Live Report Romaobscura, Traffic Live Club, Roma, 22/02/2014 compagnia, il festival, organizzato da No Sun Music, Kick Agency e Concerti a Roma, per il 2014 non cambia il suo volto ma alza parecchio il tiro. chiamati fior fior di gruppi che fin dalle 18:30 hanno dato fuoco e fiamme al Traffic Live Club, tra i tanti Shores of Null e 7th Genocide. Noi arriviamo in tempo per goderci l’esibizione degli Abysmal Grief, band storica di doom metal che non si vedeva da parecchi anni sui palchi capitolini. metal, senza face painting ma con abbondanza di croci e candele, lanciandosi poi in un interessante doom con inserimenti di organo come se piovesse. Forse i vocalizzi quasi interamente distorti possono tendere a stuccare, ma la proposta musicale dei quattro è intrigante e la resa scenica sicuramente d’impatto. Seguono gli Handful of Hate, band lucchese tra le più importanti del black metal italiano che più da venti anni solca i palchi di tutto il mondo. I nostri vengono a presentare il nuovo album “To Perdition” da cui sono stati tratti parecchi dei pezzi suonati. Purtroppo quel black metal così direttamente aggressivo avrebbe beneficiato di ben altra resa sonora, il mix, o forse la mancanza di un soundcheck adeguato, ha pesantemente penalizzato i toscani, risultando un sound impastato all’inverosimile dove era quasi impossibile distinguere le chitarre. Rimanevano quindi solo batteria, basso e la voce, certo non abbastanza per essere memorabili o anche sopportabili. Peccato. Dopo una breve boccata d’aria, rieccoci dentro con il Traffic gremito per i Doomraiser. La band romana si sta sempre più affermando a livello internazionale ed è in preparazione un nuovo album, da cui ci hanno fatto proprio assaggiare un mozzichetto. La resa sonora dei cinque è diretta e senza fronzoli, particolarmente sui pezzi presi dall’ottimo Mountains of Madness, ciò nonostante Cynar è talmente in forma, gli inserimenti di sintetizzatore così azzeccate e ascoltiamo così tante svisate melodiche che l’orecchio inizia a farsi ingannare, pensando quasi a un gruppo stoner particolarmente aggressivo. Apprezzatissimi dal pubblico, il gruppo romano suona quasi cinquanta minuti e ne avremmo voluti molti di più, speriamo di rivederli presto. Roma. La band irlandese si presenta in perfetto orario e in grande forma, lanciandosi in quello che è tra i tanti, uno degli inni più potenti da loro scritti: No Grave Deep Enough. La band non mancherà di far sapere al pubblico, durante la serata, la soddisfazione per essere finalmente nella città che così spesso comprare nei loro testi, annunciata da Nemtheanga col suo face painting che si scioglierà lentamente durante il corso dell’esibizione. pescando quasi dall’intera discografia, compreso l’ormai vetusto Journey’s End (la title track e Autumn’s Ablaze) e il nuovo Redemption at the Puritan’s Hand. Picchi di pura emozione si sono avuti con la splendida Gallows Hymn, da quel capolavoro che è To The Nameless Dead, cantata in maniera struggente da Nemtheanga e due spanne sopra la versione studio. Altrettanto notevole Bloodied yet Unbowed e, ovviamente, As Rome Burns dedicata proprio alla capitale. Quasi due ore e mezza di esibizione per una band che moriva dalla voglia di farsi un giro in Italia, finendo per chiudere splendidamente un festival metal di quelli che non si vedevano da un po’. Grazie a Gabbo di No Sun Music, Concerti a Roma e al Traffic per l’ospitalità. A cura di Damiano Gerli
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