Live Report Be Forest
I Be Forest sono una band pesarese di cui, nonostante la giovane età, si è già parlato moltissimo. Nati come trio dalle forti influenze darkwave/shoegaze, sono cresciuti fedeli al loro credo musicale fino a confermare la qualità del lavoro d’esordio anche con la loro seconda e più recente fatica.
Fin dal primo album "Cold" del 2011 infatti, hanno raccolto ampi consensi di pubblico e critica in tutto l’ambiente "underground". Sul finire del 2013 poi, aggiunto un componente al gruppo, hanno pubblicato due singoli a cui ha fatto seguito l’album "Earthbeat", uscito a inizio 2014.
La fine del mese di marzo dello stesso anno li ha visti impegnati in un tour della Germania che ha toccato i più importanti centri musicali teutonici, tra cui Amburgo, Colonia e, ovviamente, Berlino.
Quest’ultima data si è tenuta al Monarch, al secondo piano di un palazzo nella zona più centrale di Kreuzberg, quartiere storico noto per essere artisticamente e sopratutto musicalmente uno dei più vivi e attivi della città.
Il locale è abbastanza stretto, le distanze minime e il senso di intimità che, sopratutto durante la performance, ne derivava, ha reso la situazione molto suggestiva. Il calore e il sudore poi hanno fatto il resto facendo appannare le imponenti vetrate armate del bar e contribuendo a rendere soffuse e sfocate le luci che arrivano dalla strada di sotto e dalla metropolitana sopraelevata di fronte.
Iniziano a suonare poco dopo le 21 nell’originale formazione a tre e ripercorrendo fedelmente (almeno fino a dove sono riuscito ad annotarmi sul taccuino) Earthbeat. Ai lati Nicola suona la chitarra sollevando raramente la testa e Costanza, al basso, canta con voce molto delicata, quasi eterea in quello che forse l’aspetto che più li distingue dalle loro fonti di ispirazione.
Al centro del piccolo palco Enrica suona la batteria in piedi occupandosi anche dei cori e – da quanto mi pare di aver capito – di gestire le basi al pc: un chiassoso tizio in canottiera dietro di me esprime il suo apprezzamento per lei con un perentorio "That drummer has a great groove" ripetuto a intervalli più o meno regolari durante tutto il concerto.
Le interazioni col pubblico sono minime e Costanza si limita a qualche timido e quasi imbarazzato (come nella migliore tradizione dark) ringraziamento in italiano/inglese/tedesco.
Il gruppo è molto concentrato sulla musica e spesso non stacca tra due pezzi. Gli applausi comunque non mancano.
Il concerto scorre via abbastanza velocemente, durando forse troppo poco e senza concessione dell’encore (o bis, detto all’italiana), e lasciando un po’ delusi, da questo punto di vista, parte dei presenti che tuttavia non risparmiano complimenti ai tre Be Forest per l’ottimo show.
Vista la qualità live espressa e più in generale la qualità dei pezzi, la band non ha fatto che confermare tutto il bene che fino ad adesso se ne è detto e scritto.
a cura di Pucc
foto a cura di Aleksandar Stamatovski (www.redyourblues.com)