Band come i Mooth o le ami o tendi a non capirle. Non ci arrivi al perché ci mettano così tanta foga distruttrice, così tanto astio e così tanta malvagità nelle loro canzoni.
Non comprendi cosa passa nelle loro teste una volta imbracciato lo strumento e dato il via alle danze. Ma comprendi forse bene una sola cosa: che il talento e la voglia di fare bene a questi musicisti non manca di certo. E pensare che di coraggio ne hanno parecchio se nel 2015 arrivano a presentarsi con un album come “Slow Sun”, un selvaggio mix di sludge e acido noise rock dalle tinte US. Un album che trasuda spontaneità, che ha nei suoi suoni così vecchia scuola il proprio vanto, che ha in un cantante che cantante poi non è il proprio punto fermo. Una band insomma, che ama fregarsene di cosa va per la maggiore oggi.
Che ama il rumore, che osa, che scrive e poi ribalta ogni cosa una volta calcato il palco. Una recensione strana direte voi, sì, può essere… Ma mai quanto questi Mooth.
01. Debra De Santo was a Heartreaker
02. MDMA
03. Skeletons
04. Bloodrop
05. Red Carpet
06. Viscera
07. Black Host
08. Fletcher Mcgee
Recensione a cura di: Golem