(2025, Dischi Sotterranei)
Recreate Patterns, Release Energy, ovvero “Ricreare percorsi, rilasciare energia”: ha un titolo emblematico questo secondo lavoro a nome Planet Opal, seguito dell’ottimo Cartalavonu: i percorsi che Giorgio Assi (produttore, synth e voce) e Leonardo De Franceschi (batteria) ricreano sono quelli che la distanza fisica tra i due aveva un po’ interrotto, poichè uno sta a Bergamo e l’altro a Berlino e, bisogna dirlo, riescono subito a ritrovare l’amalgama che li ha resi una delle realtà più intriganti dell’elettronica contemporanea.
Assi e De Franceschi si adattano bene ai cambiamenti e anzi, ne fanno stimolo per instaurare tra loro dinamiche nuove e una nuova energia: tutto il disco è un invito ad abbandonare le proprie comfor zones e a sperimentare, difatti loro non si limitano a giocare con l’elettronica (la liquida “Visioni sottovetro”), ma lavorano anche su momenti krautrock (“I’ve heard Brian Eno in the Mc Donald’s fridge”) e addirittura si spingono a un oscuro shoegaze (“Field of Thyme”), piuttosto che giocare con sonorità anni ’80 (“Geordie Boy, Delivery Boy!”) o con ritmi ossessivi (“Cilindrata ritmica”).
Siamo di fronte a un disco strutturato e poco convenzionale, capace di far scuotere i fianchi ma anche di riflessioni sulla condizione umana (“Indigo Skies”).
Insomma, se queste sono le nuove connessioni che sono stati capaci di creare i Planet Opal, non possiamo che dire: bentornati!
Tracklist:
1. Visioni Sottovetro
2. Connection Overdrive
3. Georgie Boy, Delivery Boy!
4. Montagne a colori
5. Digital Reflection
6. I’ve heard Brian Eno in the Mc Donald’s fridge
7. Field of Thyme
8. Cilindrata ritmica
9. Indigo Skies
10. Fine by default
11. Recreate patterns, release energy