Quando due o più pianeti si trovano molto vicini tra loro, generalmente ad una distanza tra 0 e 3 gradi, si parla in astrologia di congiunzione astrale. È un avvenimento piuttosto particolare, perché richiede condizioni precise: ma chi riesce a coglierlo – alzando semplicemente lo sguardo al cielo – può percepire la bellezza di un evento unico. Qualcosa di molto simile accade anche nella musica, quando le persone giuste si incontrano al momento giusto. Per esempio quando Enrico Gabrielli, Massimo Martellotta, Fabio Rondanini e Tommaso Colliva – con la collaborazione di Roberto Dragonetti – si ritrovano insieme in uno studio di registrazione, o anche semplicemente in una sala prove, o su un palco, in un luogo qualsiasi che li riunisca, abbastanza vicini da far scoccare la scintilla. In questo caso si è acceso un vero e proprio fuoco negli studi di Piero Umiliani dove, per il loro nono album – che segna un ritorno alla label indipendente Record Kicks – i Calibro 35 si sono rifugiati, catapultati tra gli anni ’60 e ’70, in mezzo agli strumenti utilizzati per le celebri composizioni del Maestro.
Diciotto anni dopo si torna a fare quello che facemmo nel primo disco, ossia prendere materiale altrui e farlo nostro. Dopo l’esperienza di Jazzploitation, che abbiamo definito una ‘rapina alla Calibro’, un’incursione nel mondo del jazz, continuiamo a confrontarci con alcuni ‘classiconi (Calibro 35 su Exploration)
Quel che ne è uscito porta il nome di Exploration ed è un incredibile viaggio nella library music italiana, tra groove cinematici, jazz psichedelico e tensioni funk, dove Gabrielli e compagni tornano a fare quello che li ha resi celebri e che, forse, amano di più: riscoprire l’incredibile repertorio delle colonne sonore italiane e reinterpretarlo con la loro solita carica visionaria.

Ma non solo. Tre sono infatti gli inediti contenuti nel disco e, proprio ad uno di questi, è affidato l’onere e l’onore di aprire le danze. Dedicato al ramarro, animale simbolo di rigenerazione e rinascita, di versatilità e introspezione, “Reptile Strut” – primo singolo estratto – ci catapulta col suo incedere scattante in atmosfere cangianti e magnetiche. Mentre “Pied de Poule” è un brano dallo stile raffinato e sfuggente, dove groove sincopati e arrangiamenti ipnotici evocano ambienti lisergici e retrò, tra jazz-funk ed eleganza noir; e “The Twang” è un colpo di fulmine dal primo all’ultimo giro di chitarra riverberata. Altro capolavoro di questa magnifica esplorazione, “Discomania” è un vero e proprio tuffo nel passato in cui Calibro 35 ci prendono per mano e ci portano con loro in un viaggio vorticoso in chiave afrobeat di un pezzo di storia della tv italiana, che profuma di infanzia e di domenica. Seducente e ammiccante, “Gassman blues” si apre con un languido assolo di sax che sembra uscito da una vecchia bobina polverosa. Il brano si costruisce su un’atmosfera sospesa tra noir e jazz metropolitano, dove ogni nota è un frame di cinema italiano perduto. L’omaggio a Dalla con “Lunedì Cinema”, è la conclusione ideale di un disco poetico sotto ogni punto di vista, dall’amore per la musica – a tutti i livelli – all’impellente necessità di libertà e improvvisazione. In Exploration si respirano a pieni polmoni passione, talento e divertimento, ingredienti imprescindibili per un disco di questo livello. Non è un caso che, nonostante siano un’anomalia nel panorama musicale contemporaneo, i Calibro 35, sono diventati la stella polare della musica indipendente italiana: una creatura rara, capace di rendere omaggio al passato senza mai suonare nostalgica, ma sempre viva, urgente e attuale.
Con Exploration, i Calibro 35 non solo rinnovano la propria identità artistica, ma riaffermano il valore della memoria musicale come strumento di ricerca, gioco e visione. E ci ricordano che, anche guardare indietro, può essere un gesto profondamente moderno.
Tracklist
- Reptile Strut
- Discomania
- Nautilus
- Jazz Carnival
- Gassman Blues
- Pied De Poule
- Chameleon
- Mission Impossible
- The Twang
- Coffy Is The Color
- Lunedì Cinema