Band a stelle e strisce formata nel 1983, i Melvins continuano a calcare imperterriti la scena dello sludge/doom metal, portandoci il loro ventiquattresimo album intitolato Basses loaded.
Da buon doom-metal, ci troviamo di fronte a dodici tracce dai suoni incupiti e angoscianti che contraddistinguono questo genere musicale, ma anche ad anguste liriche che evocano un’atmosfera lugubre e funesta. Un sound che sembra essersi fermato tra gli anni sessanta e settanta, quando band come i Black Sabbath marcavano il territorio e non ce n’era davvero per nessuno. Il platter però non si ferma al doom e va a toccare anche generi come lo stoner rock, con accenni a un ironico country-rock che spiazza l’ascoltatore. In “Captain Come Down”, il ritmo si fa addirittura più denso e intenso, con vocalità quasi sataniche che fanno ribollire il sangue nelle vene per gli amanti del genere. Nota particolare di questo album è la presenza di ben sei bassisti (si avete letto bene, sei) che sferragliano a manetta riff su riff e conclamano il basso come strumento principale dell’opera (non l’avreste mai detto dal titolo eh?).
Un contesto alternativo e vario che continua a contraddistinguere i Melvins per la loro originalità e caparbietà.
01. The decay of lying
02. Choco plumbing
03. Beer hippie
04. I want to tell you
05. Captain come down
06. Hideous women
07. Shaving cream
08. Planet destructo
09. War pussy
10. Maybe I am amused
11. Phylis Ddillard
12. Take me out to the ball game
a cura di: Tatiana Granata