Arriviamo (io e la mia amica nonchè assistente/intervista per un giorno) dentro l’Alcatraz, scortati dal gentilissimo tour manager Lars Hoffman che ci lascia nella saletta da pranzo.
Entriamo e ci aspettiamo di incontrare Tony Kakko, il cantante e leader della band. Invece notiamo subito il tastierista Henkka intento a mangiare e bere Coca Cola. Ci saluta e ci fa attendere giusto un minuto. Mi sa che gli abbiamo interrotto la cena. Dopo una veloce stretta di mano siamo già pronti per intervistarlo.
Bentornati a Milano. Io vi ho visti a Roma la scorsa estate e volevo chiederti cosa ti è rimasto di quella giornata e come avete trovato il pubblico che proveniva principalmente dal centro-sud Italia. Come è stato?
Faceva veramente caldo!! (e lo ripete in diversi modi sorridendo, ndr.) Per me era la prima volta a Roma, mentre Tony e gli altri c’erano già stati qualche anno prima. Ho trovato davvero un bel pubblico; insomma io ero già ben abituato al pubblico milanese ed è stato molto bello testare anche un pubblico proveniente principalmente da un’altra zona dell’Italia. Quella giornata poi abbiamo avuto il tempo di vistarla..
Già. Ho visto le vostro foto al Colosseo dal vostro blog…
Sì! Esatto! La città ci è piaciuta moltissimo e ripeto nonostante il caldo abbiamo passato una bella giornata.
Ho visto che avete già un programma di date future anche per questa estate, tra le quali lo Sweden Rock Festival o il Wacken Open Air Festival. Tu cosa preferisci? Suonare come stasera nei club o suonare a questi grandi festival?
Io preferisco gli show e il tour nei club, come stasera. Certamente poter suonare in grandi festival all’aperto è sicuramente fantastico, ma ci sono sempre problemi, anche piccoli, di organizzazione. E’ bella l’atmosfera che c’è quando si suona all’aperto ma bisogna sempre sperare nel tempo e molte altre cose. Quindi io scelgo un live come quello di stasera.
Passiamo all’ultimo disco; la più grande influenza musicale o dove avete trovato l’ispirazione per scrivere le canzoni del nuovo album?
Noi troviamo la maggiore ispirazione per scrivere dalle cose che circondano, basta girare la testa e si possono trovare mille cose di cui parlare e scrivere dei brani. Quindi direi semplicemente dalla natura o cose simili.
Allora penso a “Wildfire” per esempio.
Sì, esatto! Quello è un esempio perfetto direi.
Avete sperimentato molto in questi ultimi anni. Pensi che in futuro ci possa essere spazio per comporre un intero concept album?
Noi ne abbiamo parlato e sappiamo il pensiero di Tony a riguardo. La sua opinione è importante visto che è lui che compone e propone i nuovi brani. A Tony l’idea in linea generale non dispiace ma come ho detto prima quando scriviamo partiamo sempre da quello che vediamo, sentiamo in giro; non partiamo da un’idea che creiamo noi, come invece dovremmo fare per scrivere un concept album. E poi secondo la mia opinione scrivere un concept album è praticamente come scrivere una canzone molto lunga. Quindi forse questa idea di album non fa per noi.
In questi giorni stiamo vedendo i divertentissimi video fatti dalla “Kakkoslautu production” che ci mostrano la vostra vita in tour. Ma durante questo periodo avete comunque del tempo di scrivere nuovi brani?
In tour no. Cerco di trovare il tempo per esercitarmi con la tastiera sul tour bus, ma non nel senso di scrivere canzoni. Ci sono moltissime cose da fare e ci concentriamo su cosa fare per lo show. Se non le facessimo non riusciremmo ad avere un giorno di riposo poichè dobbiamo spostarci anche per 1500 km, o non potremmo nemmeno uscire anche solo per fare una pausa.
Durante il tour passate molto tempo lontani da casa, dalle famiglie e mogli. E’ difficile per voi sopportare questo aspetto del vostro lavoro?
Qualche volte è più facile, ma qualche volta ovviamente è allo stesso modo frustrante. Penso che sia un qualcosa a cui ti ci devi abituare. Ora certamente siamo più vecchi, tutti noi abbiamo dei figli, a parte Marko (bassista, ndr.), e diventa sempre un po’ più difficile salire e scendere continuamente dal palco. Ma è così per tutti i musicisti ed è quel che vogliamo fare, per cui alla fine non è un vero problema.
Un’altra domanda; cosa puoi dirci invece riguardo ai Battle Beast?
Sono veramente dei ragazzi e … una ragazza (si riferisce alla cantante della band di supporto di questa parte del tour) carini. Penso che la band sia veramente ottima, un sound molto forte e riescono a mettere in scena degli ottimi show. Sono contento che stiano con noi in questa fase del tour.
Prima ero fuori con gli altri fans e ho notato una cosa che già avevo visto a Roma questa estate; c’erano in fila molti giovani ma anche molte persone adulte o addirittura coppie di adulti. Cosa pensi di questo aspetto? E’ un po’ “insolito” per un tradizionale evento metal.
E’ molto interessante, cioè abbiamo un pubblico molto giovanile ma anche le loro nonne (lo dice ridendo, facendo ovviamente una battuta, ndr.) e tutti quelli compresi tra loro. E’ una bella cosa e significa che veniamo scelti perchè stiamo facendo qualcosa di buono, ma sinceramente non mi interesso molto a che tipo di persona ascolti la nostra musica, l’importante è che qualcuno lo faccia. E’ interessante comunque il fatto che avete notato questa cosa perchè l’ho notata anch’io. E’ bizzarra.
Ultima domanda, che vuole essere una sorta di domanda scherzosa; io e la mia amica abbiamo creato una fan page dedicata a voi, usando per scrivere dei nickname quali Sebastian e Dana; ci puoi dire qualcosa riguardo a questo ultimo nome? Chi è Dana?
In realtà, ricordo che a quel tempo Tony guardava molto X-Files (la serie televisiva, ndr.) e penso sia da lì che ha preso il nome, poichè aveva bisogno di un nome di donna per la storia. È da qui che proviene e, sapete, non siete i primi a chiederlo. Chi è chi? Non ne ho idea sinceramente, voglio dire, ciò che ricavate dalle canzoni è tutto quello che so anch’io, non so niente di più.
Bè questa era l’ultima, grazie mille.
Grazie voi e ci vediamo più tardi!!
Gentilmente prima di tornare nei camerini ci concede gli autografi e nel frattempo arrivano anche Elias Viljanen (chitarrista, nrd), il bassista Marko e il tour manager Hoffman, il quale si rende disponibile a scattare anche un bella foto di gruppo.
A cura di David Lorandi