Largo ad audaci sperimentazioni e sintetizzazioni dal gusto squisitamente mitteleuropeo per il secondo album degli Adam Carpet, dal titolo Parabolas. Il disco, in uscita il 30 settembre per Irma Records, arriva a due anni di distanza dall’omonimo Adam Carpet e ne mantiene la medesima attitudine all’essenzialismo strumentale centrato sul post-rock di stampo elettronico, ma con una particolare intensificazione nella sua componente digitale rispetto a quella analogica. La band milanese ha una formazione abbastanza insolita con una doppia presenza sia di bassi che di batterie, oltre che una chitarra e un synth, e vede una lineup costituita da nomi già noti al panorama musicale italiano, quali Diego Galeri (Timoria, Miura), Alessandro Deidda (Le Vibrazioni, I Così), Giovanni Calella (Kalweit And The Spokes) con Edoardo “Double T” Barbosa e Silvia Ottanà.
Il disco risulta piacevolmente assortito e procede con un incedere incalzante. In modo magistrale, la band riesce a fondere insieme sonorità che alternano modulazioni più suadenti da dancefloor (come nel caso di “Stll Still”) a ritmi più spinti che ricordano, invece, l’influenza kraut dei primi anni Ottanta (come per “Pragmatic Children”, brano che ha anticipato l’uscita del disco e che addirittura può essere assimilato a certe sonorità dei Kraftwerk), toccando poi linee melodiche da ambient (ad esempio in “Neet”), ma spingendo anche su accelerazioni sincopate ed avvolgenti (notevole a tal proposito è “Pantone 18-2021”). I testi sono minimali nel vero senso della parala e si limitano per lo più a ripetizioni sussurrate di frasi o parole onomatopeiche. Grande spazio invece acquistano le ampie distensioni strumentali, e in quest’ottica, spicca in modo particolare “Just In Case Of Wanting to Be Famous” che, con i suoi sette minuti e mezzo di durata, viaggia verso dimensioni oniriche in cui si risente nella prima parte un’influenza pinkfloydiana che si sposta in fase finale verso suoni prog più sporchi, in un crescendo che raggiunge l’apice a pochi secondi prima che le note di synth segnino la fine del brano (chiuso da più di mezzo minuto di silenzio, calcolato anche quello). Questo è anche il brano che anticipa la chiusa con “TV Nerd”, probabilmente uno dei pezzi più ritmici e martellanti dell’intero album.
La ricerca sperimentale di nuove melodie è dunque il vero fulcro di questo album, risultato di jam session improvvisate e successivamente riedite in studio. Per ora, l’impressione che il lavoro suggerisce è che la parabola che gli Adam Carpet stanno tracciando sia ascendente. Staremo a vedere.
01. Obsessed with casting
02. Still still
03. Let’s try to clean my board
04. Pragmatic children
05. Pantone 18 – 2021
06. Neet
07. Just in case of wanting to be famous
08. TV nerd
a cura di: Francesca Mastracci