Uscito lo scorso 8 maggio, Saturno è la prima prova in full-length di L’Ordine Naturale delle Cose, band di Parma già all’attivo dal 2013, che ha aspettato e raggiunto il giusto grado di maturazione per poter fare il proprio esordio discografico in gran stile.
Dieci tracce piene di riverberi e distorsioni che trasportano in un universo sonoro esplorando il misticismo astronomico del pianeta di cui porta il titolo l’album, il quale più di tutti ha influenza sulla creatività e sull’emotività degli esseri umani. L’impostazione del disco è improntata sull’ alt-rock di matrice indie, a tratti grunge, a tratti lievemente folk passando per sessioni di dream-pop con venature di psychedelia elettronica. La tracklist si snoda lungo questo percorso costituito da molteplici inflessioni, facendo spazio a spigolosità e morbidezze che si amalgamano insieme le une con le altre. La traccia opener, “Lisa” (singolo estratto per promuovere l’uscita del disco) ne scandisce già da subito i tempi e le modulazioni, con un drumming serrato, distorsioni marcate e uso ricorrente di sintetizzatori vocali. Lo scenario che si apre lascia un po’ intravedere le influenze degli ultimi Verdena, quelli dei due capitoli di Endkadenz, come lo è anche “Dirupo”, che allo stesso modo si muove tra noise e riff elettrizzanti. Non mancano anche alcune note che ricordano un’altra band fondamentali della scena underground italiana, i Marlene Kuntz, presenza ravvisabile soprattutto in pezzi come “Fuzz meteora”, brano eclettico in cui l’apparato di percussioni si scontra con tastiere dal sapore psichedelico e il tutto reso ancor più suggestivo dalla presenza del violino, che dona un sapore celtico-folk al brano. Questo è il registro esplorato anche nel brano “Opaca”, viaggio cosmico tinto di note cupe e distesi riverberi. Fragorosi tappeti sonori anche in “Cumulonembi”, con tempi sballati e ritmi futuristici. Più ariosi e con basi strumentali più acustiche ed essenziali sono, invece, i capitoli costituiti da “Marea” e la traccia di chiusura “Saturno a caso”, brano malinconico, molto emozionale, che ricorda vagamente qualche appiglio de Le Luci Della Centrale Elettrica, confezionando sei minuti e mezzo di onde sonore che si infrangono in continuazione fino al culmine nella parte finale.
Una prima prova che convince e non dispiace ascoltare più volte. Tutto sembra assemblato in modo calibrato e maturo. Ma, anche se è ancora lunga la strada che hanno davanti, di certo si può dire che hanno iniziato con il piede giusto.
TRACKLIST:
- Lisa
- Fuzz Meteora
- Iori
- Cumulonembi
- Dirupo
- Bfp
- Marea
- Canzone di fine estate
- Opaca
- Saturno a caso
A cura di: Francesca Mastracci