Live Report Ufomammut
24/01/2012
Traffic Club,
Roma
Rieccoci di nuovo al Traffic, che si conferma meta ideale per chi voglia vedere dei gruppi alternativi a Roma. Stavolta siamo venuti a vedere un gruppo piemontese che ho recentemente avuto anche il piacere di recensire per Onda, gli Ufomammut.
Per la data di Roma sono accompagnati da due gruppi, i veneti Megatherion e i beniamini di casa Camion. Puntualmente alle 21:30 circa, i primi prendono il palco quando il locale è ancora praticamente vuoto, ma serviranno da perfetto richiamo per gli indecisi che si attardano fuori.
I Megatherion propongono un metal stoner diretto e potente, senza particolari fronzoli e qualche minimo assolo qui e lì, con una voce tendente abbastanza al melodico. Non son rimasti particolarmente memorabili, ma l’aperitivo è stato comunque gradito e il gruppo era simpatico.
Quando salgono i Camion sul palco, il locale comincia già a essere particolarmente gremito. I nostri si presentano con una buona dose d’ironia e manterranno alto l’humour per tutta la durata dello spettacolo. Sicuramente una proposta peculiare quella dei quattro romani: un misto di drink’n’roll, con tanto di sintetizzatore, e doom metal con abbondanza di vocalizzi scardinati.
Insomma, intrigante sulla carta, ma in realtà molto meno accattivante di quel che potesse sembrare. Gran parte della colpa credo sia proprio dei vocalizzi eccessivamente scardinati e aggressivi per uno stile che forse avrebbe giovato maggiormente di un misto di pulito e screaming. Peccato.
Arriva, dunque, il momento del piatto forte della serata. I tre piemontesi iniziano a montare gli strumenti e prepararsi senza proferire parola, e così resteranno muti per tutto il tempo, decisamente in controtendenza rispetto ai gruppi che li hanno preceduti.
Chi conosce i tre poi sa che è solo apparenza, visto che l’affetto che li lega al pubblico è viscerale e si nota alla fine.
La serata con i piemontesi è stata di livello massiccio, con i due capitoli di Oro, Opus Primum e Opus Alter, suonati di seguito, senza alcuna variazione da come sono presentati sull’argenteo solco, addirittura il video proiettato alle loro spalle scandirà perfettamente i tempi.
Adesso non credo che qualcuno mi darà particolarmente retta, però veramente, gli Ufomammut SONO da vedere dal vivo, è un imperativo su cui non saprei come porre l’accento a sufficienza. Nonostante l’apprezzata produzione di Lorenzo Stecconi da studio, mi rendo conto che ascoltati dall’album possono, a volte, trasmettere un’impressione sbagliata; dal vivo vi arriva talmente in pieno la loro potenza e precisione che non si può che rimanerne impressionati.
I nostri hanno dodici anni di carriera alle spalle, ma riuscirebbero a far vergognare ogni band di giovinetti alle prime armi.
Davvero, poche volte mi è successo di trovarmi alla fine di quasi due ore di doom metal puro e di non averne abbastanza.
Alla fine, nella mia magnanima bontà, potrei anche riuscire a perdonare il pubblico più indisciplinato che ricordi negli ultimi anni, perchè comprendo solo a posteriori l’emozione che li pervadeva e la sfrenata voglia di godersi ogni singola nota, pur a rischio dell’incolumità fisica. Insomma, con pezzi come Deityrant dal vivo, che altro dovresti fare?
Vorrei avere la penna necessaria per narrarvi la metà delle emozioni che possono arrivarvi durante un concerto dei piemontesi, ma troverete conferme più o meno ovunque, quindi alla fine non dovete per forza darmi retta.
Certe emozioni vanno provate.
A cura di Damiano Gerli