Dieci anni dopo l’uscita del loro primo, omonimo album, i C’mon Tigre celebrano una carriera fatta di contaminazioni sonore e visioni musicali che fanno viaggiare le menti dei presenti verso Marocco, Tunisia, India e coste mediterranee, riportando il sound alle origini senza rinunciare all’improvvisazione. Sul palco del Largo Venue, il collettivo ha presentato una scaletta interamente dedicata al disco del debutto, ristampato in vinile per l’occasione da Computer Students, chiudendo con “Twist Into Any Shape” uno dei pezzi di Scenario, loro terzo album.
A guidare la serata è il nucleo originario della band con Beppe Scardino al Sax Baritono, Pasquale Mirra al vibrafono, Mirko Cisilino alla tromba e trombone, Marco Frattini alla batteria e il duo C’mon Tigre alla chitarra, sequenze, quica, drum machine, tastiere e voce: tra jazz, sonorità noir, elettronica “vintage” e pulsioni cinematiche, il set si è snodato in lunghe sessioni improvvisative che hanno esaltato le caratteristiche e i background musicali di ogni componente del collettivo – particolarmente intense su “Building Society”, “World of Wonder” e “Fédération Tunisienne” – dimostrano come la dimensione live resti il miglior contesto per apprezzare la band. Durante i ’90 minuti di concerto il pubblico sembra ballare ipnotizzato dalle suggestioni afrobeat della chitarra e dalle poliritmie tessute da batteria e drum machine. La comunicazione verbale con il pubblico, come sempre ai loro concerti, è ridotta ad un “grazie” a fine performance con conseguente inchino, coerente con il basso profilo comunicativo che contraddistingue i C’mon Tigre (i nomi dei due fondatori del gruppo rimane tuttora sconosciuto al pubblico, ndr).
C’mon Tigre: voce, chitarra, synth, percussioni
Beppe Scardino: sax baritono, flauto, synth, cori
Pasquale Mirra: vibrafono, log drum
Mirko Cisilino: tromba, corno francese, synth, cori
Marco Frattini: batteria