Live Report Trick or Treat + Tumble Weed
@ La Distilleria, Bologna (30/04/2013)
Si, si, lo so. All’Estragon c’era Cristina D’Avena con i Gem Boy. Chiedo venia per non aver presenziato.
Ma insomma, diciamocelo, non è che mi sia pentito più di tanto.
Anche perchè quando dall’altra parte di Bologna ci sono i Trick or Treat di Alessandro Conti, la mia scelta era un po’ obbligata. Se poi ci mettiamo la straordinaria nonchè inattesa presenza dei Frati Lamierati Paugulisti (se non sapete chi sono correte ad informarvi) in veste di spettatori…beh, scusatemi, la D’Avena non regge il confronto.
Senza contare che non avevo manco la scusa della perenne mancanza di fondi che afligge gli universitari fuorisede, in quanto il tutto era completamente gratis.
Dopo una breve e piacevole chiaccherata con Alle, entro nel locale adibito ai live il quale, a dirla tutta, lasciava un po’ da desiderare. Dalle dimensioni si poteva subito intuire che l’affluenza attesa non era tanta, e purtroppo la serata avrebbe confermato le scarse aspettative (maledetta D’Avena!). Sebbene l’inizio del concerto fosse segnato per le 22, non è prima delle 23 e 30 che i Tumble Weed salgono sul palco e iniziano la loro esibizione. Questi cinque ragazzi modenesi sono stati chiamati all’ultimo minuto per sostituire i The Unripes, impossibilitati a partecipare a causa di problemi di salute del chitarrista. Il repertorio di questi ragazzi, che ora a maggio entreranno in studio a registrare il loro primo EP, consiste nella "grinta del vecchio hard-rock con la sonorità e le melodie del rock moderno", come dichiarano sulla loro pagina Facebook. I problemi di acustica del locale si fanno sin da subito evidenti: gli strumenti, eccessivamente amplificati, rimbombano, coprendo quasi interamente la voce, troppo bassa a causa di problemi con il microfono. Tuttavia questi ragazzi se la cavano egregiamente e poco dopo mezzanotte, finito il bill, cedono il palco alle vere star della serata: i Trick or Treat!
Le danze si aprono con un brano storico, "Evil Needs Candy Too". Sin da subito salta all’occhio la mancanza all’appello di Verascina, tastierista live della band. Scelta comprensibile, viste le dimensioni del palco che non avrebbe contenuto una tastiera, tuttavia i diehard hanno notato la differenza quando si sono trovati a sentire le parti di tastiera in playback. Tra l’altro, vi ricordate i problemi al microfono sopra menzionati? Bene, sappiate che la prima parte del bill ne è stata fortemente penalizzata. Il sottoscritto è infatti rimasto deluso nel non poter sentire la voce di Conti in "Rabbits’ Hill", prima traccia del concept proposta per la serata. Difficile da giudicare anche la performance di "Take You Chance", cantata senza Michele Luppi, presente invece nella versione registrata in studio. Tuttavia le gag non si sono fatte attendere: apparte aver scoperto il valore SIAE delle singole tracce (secondo le stime di Alle, 9 euro circa di SIAE per "Rabbits’ Hill"), non potevano mancare le dediche di "Loser Song" e la cover di Cyndi Lauper, "Girls Just Want to Have Fun", rispettivamente a "quei metallari un po’ sfigati che si sentono un po’ perdenti" e le donne presenti nel locale, perchè "a noi ci piace la fregna" (cit.)
Dopo una breve pausa durante la quale i ragazzi sono scesi dal palco per bersi una birretta con il pubblico, lasciando Leone da solo a strimpellare con il basso e i tecnici del locale a maneggiare con i fili, ricominciamo con il bill con un’altra traccia tratta da "Rabbits’ Hill Pt. 1", ovvero "Prince with a Thousand Enemies". Problemi del microfono risolti, possiamo finalmente godere della piena potenza della voce di Conti, ineccepibile soprattutto in "False Paradise" . Per ringraziare i presenti che sono venuti alla Distilleria invece di andare a sentire Cristina D’Avena, i Trick non fanno mancare la performance live della sigla di "Robin Hood".
"Like Donald Duck" continua con l’atmosfera "cartooniana" prima della degna conclusione della serata: la cover di "Eagle Fly Free", apprezzatissima dai presenti, ricordandoci che i Trick or Treat sono originariamente nati come cover band dei Helloween.
Tirando le somme? Serata intima e piacevole, pienamente godibile nonostante i problemi tecnici iniziali. E comunque no, non mi sono ancora pentito di non essere andato dalla D’Avena e i Gem Boy.
A cura di Blagoja Belchevski