Live Report Motorpsycho,
Circolo degli Artisti, Roma
06/05/2013
Dagli anni settanta è passato parecchio tempo, eh? Lo scorrere delle sabbie è ultimamente ancora più avvertibile, considerando che stiamo lentamente entrando nel pieno della nostalgia anni novanta, gli ottanta pare che li abbiamo già digeriti. Per noi sfortunati che non abbiamo mai avuto occasione di goderci quei bei grupponi densi anni settanta dal vivo, non perlomeno al di fuori di qualche “catetere tour”, arrivano i Motorpsycho.
La serata, infatti, era particolarmente attesa dal pubblico romano, il Circolo già pieno mezz’ora prima dell’inizio e sostanzialmente colmo per le 21 e 30, orario previsto per l’inizio della band norvegese.
Già dalla partenza con i dieci minuti e rotti di Year Zero, si è capito che non c’era proprio pietà per nessuno: i quattro erano in forma smagliante e non si sono minimamente risparmiati. Con il loro misto speciale di stoner, psych e hard rock, Bent, Hans e soci hanno sciorinato gustosi riff e creato atmosfere con le giuste dosi di melodia e attacchi muscolari.
I riferimenti a certi gruppi particolarmente “avanti” di fine anni sessanta sono già palesi nella produzione da studio, in ogni caso, se a qualcuno fossero sfuggiti, non è mancata una bella jam da Pilgrim dei Wishbone Ash a chiusura dell’unica traccia presa da It’s a Love Cult (uno dei miei favoriti), Uberwagner or a Billion Bubbles in My Mind. Questo, poi, subito dopo la cover dei mai troppo celebrati Love, la romantica August.
Molto apprezzata dal pubblico è stata Feel, cantata a squarciagola da tutti i presenti, tanto che i norvegesi si sono dovuti arrendere all’evidenza e apprezzare che, effettivamente, il pubblico italiano in quanto a coretti se la cava meglio di tutto il resto del mondo… O forse lo dicono a tutti?
Dopo un altro attacco con alcuni pezzi da novanta tipo Barleycorn dall’ultimo lavoro Still Life With Eggplant e, specialmente, The Bomb-proof Roll and Beyond, i nostri si prendono una misteriosa pausa sigaretta, anche questa dal sapore molto seventies. Cosa avranno in mente?
Nientepopòdimeno che ritornare e presentare Blissard praticamente per intero, omettendo un paio di pezzi, ma lasciando il nucleo pulsante praticamente intatto da Sinful, Wind-borne (spesso presente comunque nelle loro scalette) fino a Fools Gold, di fila.
Serata splendida quella dei Motorpsycho, che ha regalato sorrisi a tutti i presenti già solo per la qualità del materiale e la fantastica presenza dei nostri, in queste occasioni siam davvero disposti a perdonare tutto, anche le palesi stonature di Hans. Bravi bravi e bravi.
Grazie a Christian e al Circolo degli Artisti.
A cura di Damiano Gerli