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Intervista Kantina 27

Ciao ragazzi, innanzitutto grazie per aver accettato di essere intervistati, sappiamo che è un periodo abbastanza intenso per voi, visto il lancio del vostro nuovo album, “Ci disegnano così”.

Partiamo da lontano, dalla vostra formazione nel 2004. Nessun cambio di line up e 3 album, come si fa a crescere tutti insieme senza mai arrivare alla rottura? Cosa vi ha tenuti insieme?

Albi: Credo che ci abbia tenuto insieme la passione per questa roba che facciamo insieme da quasi 12 anni. Il divertimento e la soddisfazione che ti dà passare il tempo a provare e riprovare, migliorare. Poi prendere il furgone, viaggiare, visitare posti che non avresti avuto modo/tempo di vedere o altri che non pensavi esistessero. Suonare dalla peggio baracca, al freddo e senza impianto al PalaSharp (ex Mazda Palace ecc). “Tu chiamale se vuoi, emozioni” (Cit.)

Gege: quando crei un legame con delle persone sin da giovane, nel periodo dell’adolescenza, e dopo 10 anni continui a vivere determinate esperienze come se fosse la prima volta, vuol dire che, quando si presentano, le rotture riesci a superarle!

Iumbe: Quando mi fanno questa domanda, mi chiedo sempre come fanno invece quelli che alla rottura ci arrivano… Mi chiedo come si fa a non pensare ai sacrifici, ai momenti, alle esperienze vissute insieme. Questi 12 anni di musica ci hanno cresciuto come musicisti ma anche come persone. Quei 3 sono fratelli per me (uno lo è davvero): anche in famiglia capita di litigare, capitano incomprensioni… Ma poi tutto si risolve e allora si va avanti sempre insieme, nei momenti più belli e in quelli più sfigati.

Cosa ci potete dire del vostro ultimo album? Dal punk rock vi siete leggermente spostati verso il rock, scelta artistica o solo un modo per non precludersi certi palchi suonando punk?

Albi: Più che precludersi certi palchi direi per non precludersi certe menti. Questo mito del punk stereotipato in “classico tipo anni 80-90 col chiodo, i vestiti strappati, la cresta fluorescente, sempre ubriaco, drogato e attaccabrighe” ha un po’ influito in negativo sulla scena e sul modo delle nuovo generazioni (e anche dei genitori) di approcciarsi a questo tipo di musica e oserei dire alla musica dal vivo in generale. Nel 2016 i ragazzini hanno davvero troppe alternative già giovanissimi: macchine 50cc, social networks, serate in coma etilico (visti coi miei occhi, mai visti minorenni conciati così a un concerto punk, per esempio), streaming, spotify & co. e chi più ne ha più ne metta. Oltre ad una smodata e incontrollabile ossessione di crescere e farsi vedere grandi, adulti. A 16 anni ormai un ragazzo ha già “fatto e visto tutto”. Io giocavo a pallone e ai Pokémon. Credo di essermi spiegato. Oltre a questo c’è stato ovviamente un inevitabile ampliamento della cultura musicale dei componenti della nostra band a livello di ascolto e di percorsi musicali intrapresi (accademie e scuole di musica moderna). Quindi nuovi gusti, nuovi suoni che credo prenderanno sempre più piede nel nostro progetto. Convengo sia importante rinnovarsi, darsi una nuova sfida sia personale che a livello di gruppo e proporre sempre qualcosa di diverso ma sempre mantenendo le radici piantate da dove si arriva, senza mai dimenticarlo. Ultima cosa: al giorno d’oggi se porti abbastanza gente i palchi per te sono sempre aperti, non importa se suoni bene o cosa suoni (Kolors, Gigi D’Alessio ecc) quindi non è una questione di “cambio per piacere”, questo mai.

Gege: “Ci disegnano così” è un album molto spontaneo, è un lavoro sia collettivo che personale, poiché ognuno ha sempre proposto qualcosa da zero, da sviluppare poi insieme; viceversa molti brani sono usciti anche da un lavoro di costruzione collettivo, dove poi ognuno ci metteva del suo. E dato che tutti e 4 abbiamo un background musicale diverso, ma con degli ovvi punti in comune, è ovvio che le influenze e la crescita personale da “musicista”, portano ad avere delle canzoni più variopinte rispetto al solito “tupa-tutupa”!

Iumbe: Questo disco è comunque pieno di punk rock. La differenza con gli altri dischi è stata che avevamo molta più consapevolezza. Consapevolezza di come comporre i brani, come strutturarli, dove mettere dei cori o degli arricchimenti (in alcuni brani abbiamo inserito anche delle tastiere, per esempio). Avendo a disposizione il nostro studio di registrazione è stato anche più facile e comodo sperimentare, anche per questo la composizione ha richiesto molto tempo. Siamo stati seguiti a distanza sotto diversi aspetti anche da Flaco (ex Punkreas), soprattutto per quanto riguarda i testi, mentre Teo e Emi dei Mellowtoy, che oltre ad avere grande esperienza di band a livello internazionale lavorano all’interno di un’etichetta discografica, ci hanno spinti ad aprire un po’ i nostri orizzonti e dato preziosi consigli. Siamo riusciti a mettere un pochino di ognuno di noi nel disco e infatti trovo che si possano riscontrare le diverse influenze musicali. Ho composto personalmente molti dei brani e mi sono ispirato molto a band come i Sum 41, i Blink 182, ma anche ai Limp Bizkit (che adoro) e ovviamente al classico punk italiano che ci ha cresciuti. Registrare “Ci disegnano così” è stata per me una soddisfazione immensa e sono molto soddisfatto del risultato.

Come vi state muovendo per promuovere il vostro ultimo lavoro? Tanti live?

Albi: Al momento siamo senza ufficio stampa, quindi se qualcuno fosse interessato si faccia avanti! Beh abbiamo diversi canali, siamo attivi su tutti i social, Facebook, Twitter, Instagram e altri. Abbiamo attivato la distribuzione digitale del disco che è disponibile su Spotify, iTunes, Google Play, Amazon, Deezer, Apple music. E’ uscito il video del singolo, Raccomandati, disponibile su YouTube e che ha avuto direi un ottimo riscontro, sia in termini di visualizzazioni/periodo di tempo online sia in termini di apprezzamento. Abbiamo avuto 3 articoli su giornali della nostra zona e ora l’intervista con te. Abbiamo in mente di fare tanti live, abbiamo voglia di tornare in giro dopo più di un anno! Seguiteci sui nostri canali per rimanere sempre aggiornati.

Gege: facciamo quello che riusciamo con i mezzi che abbiamo, tanti live, social, video! Il tutto organizzato e gestito da noi, visto che nessuno ci vuole adottare!

Spesso i gruppi si lamentano di trovare poco spazio sui vari palchi, mi pare che voi non subiate la stessa sorte o forse non vi lamentate. E’ vero che suonare è sempre più difficile?

Albi: Sembra che non la subiamo perché siamo dei raccomandati, in realtà la subiamo eccome. Ormai suonare è diventata una questione di generare degli indotti dalla serata. Sei un prodotto, qualcosa su cui un locale/festival/imprenditore investe. E se non porti i tuoi frutti, saluti e baci. Tradotto, vuoi suonare? Quanta gente porti? Questi sono i soldi che ti posso dare (spesso la cifra è prossima se non ZERO). Non girano più soldi nell’economia musicale delle Major dove un singolo o una band dura 6 mesi a dir tanto, immaginatevi come ci si trovi nella nostra micro scena. I locali chiudono o cambiano gestione/genere proposto, costretti a virare verso la disco, la techno o le cover band. Non so bene come siamo arrivati a questa situazione e di chi è la colpa. Noi ci siamo trovati in mezzo. Quello che non mi va giù sono le band che si lamentano pubblicamente. Noi abbiamo badato al nostro orticello senza rompere a nessuno, altri pensano invece che la soluzione migliore sia diserbare l’orticello altrui.

Gege: Inoltre, quei pochi locali disponibili a far suonare, non si fidano a farti suonare se non hai qualche agenzia solida che ti propone o qualche raccomandazione tra gli organizzatori del locale. Quindi noi, essendo raccomandati, suoniamo in tutta Italia (sarcasmo 😀 )

Iumbe: I risultati arrivano solo se ci si impegna costantemente. Facile lamentarsi dal divano di casa che non si trovano le date… Noi siamo sempre andati nei locali a vedere le nostre band preferite, anche molto lontano da casa… E poi si cercava di prendere i contatti, di lasciare in giro i nostri dischi, di conoscere gente nuova… Senza agenzia è comunque difficilissimo trovare dei posti dove suonare, soprattutto di questi tempi, ma penso sia più redditizio impiegare le energie per raggiungere il proprio obbiettivo, piuttosto che continuare a lamentarsi.

Cosa vedete nel vostro futuro? Ci sarà sempre la musica?

Albi: Per quanto mi riguarda, in un modo o nell’altro, assolutamente sì. Ormai ho bisogno di salire su un palco a fare la prima donna (ahahah rido). Ho “investito” (forse male perché siamo in Italia) tanti soldi e anni per studiare e oltretutto ormai la passione è enorme. Non puoi fermare qualcuno che brucia di passione, che vuole trasmettere un messaggio alla gente. Mi sono mancati terribilmente i live durante il 2015.

Gege: sicuramente la musica continuerà ad essere uno degli elementi principali della mia vita. Ma non sto troppo a farmi menate sul domani, “Que sera, sera” citava Doris Day, ma adesso la concentrazione è sicuramente sui Kantina 27

Iumbe: Se non come musicista, penso che continuerò a lavorare in studio di registrazione. Spero un giorno di poterne aprire uno molto bello e professionale, chissà! In ogni caso, non riesco a intravedere una fine con i Kantina, sicuramente non nel breve termine! Quindi penso proprio che si, nel mio futuro ci sarà sempre la musica. Magari nel 2050 suoneremo le cover dei Green Day alla balera del paese, chi lo sa

Andrea e Gianluca, due fratelli nella stessa band. Come siete sopravvissuti a tutto questo, soprattutto considerando che siete completamente diversi? Chi la spunta sempre tra voi due? Come risolvete eventuali conflitti? Come professionisti o a mazzate appena tornate a casa?

Albi: Faccio sempre questo esempio: avete presente gli Oasis. Ecco. Cioè loro perché sono famosi e finiscono sui tabloid, ma vi assicuro che accade lo stesso ogni tanto anche in Kantina. Cose di pistole, camurrie, faide ecc però poi senza di lui non sarebbe la stessa cosa e soprattutto sarei già morto da anni ahahah.

Gege: è snervante! Quando uno dei due è nervoso parte l’immancabile litigio! Ma è il normale rapporto tra fratelli quasi coetanei, credo che, in fondo in fondo, si vogliano bene!

Iumbe: Andrea dipende totalmente da me. Se quando torna a casa non mi trova, nel 90% dei casi mi chiama per chiedermi dove sono, cosa faccio, quando torno. Capita spesso di litigare, ma c’è anche una complicità disarmante. Penso di essere l’unico che sa realmente come trattarlo e cosa fare/non fare con lui. La maggior parte dei conflitti comunque avviene al di fuori dell’ambito live, quindi di solito restano in sala prove e si risolvono li. Fatto sta, che ovviamente la spunto sempre io!

Avete già un calendario con date live? Se sì, quali?

Albi: Sì, 20 febbraio Osteria della pecora nera, Osio Sopra (BG), 2 Aprile Spazio Ligera, Milano e ci stiamo muovendo per raggiungere un po’ tutto il centro-nord (Veneto, Piemonte, Liguria, Friuli, Lazio e altre regioni). Rimanete sintonizzati per tutte le news.

Avete collaborato e aperto concerti di artisti importanti come NOFX, Gerson, Punkreas, Pornoriviste e L’Invasione degli omini verdi”. Allora è vero che siete raccomandati! Spiegateci come è nata questa simpatica voce e toglietevi qualche sassolino dalle scarpe

Albi: Semplicemente LAVORIAMO bene e le persone nell’ambiente (che forse viene snobbato e considerato non professionista o non abbastanza) hanno piacere quindi a continuare a lavorare con noi. Perché di LAVORARE si tratta. Poi che ci sia un’enorme passione alla base e ci si diverta ancora come ragazzini è un altro discorso. Ma la musica, dallo zecchino d’oro, ai “Big” della musica italiana e internazionale, al punk italiano o ai Kantina 27 E’ LA-VO-RO. Business. Vuoi divertirti e basta? Ubriacarti e spaccare tutto il locale? Ok, ma non rompere i coglioni a chi ci si mette seriamente, INVESTE SOLDI e porta avanti PROGETTI. Poi l’invidia è una brutta bestia, ma garantisco che fondamentalmente quelle 4 cose che abbiamo fatto le abbiamo fatte iniziando una gavetta che non è ancora finita e dura da 12 anni. Purtroppo questa micro scena e questo micro ambiente sono ancora infestati da parecchia gente che non ha di meglio da fare che distruggere l’orticello altrui piuttosto che LAVORARE e badare al proprio.

Gege: basta proporti coi dovuti modi alle persone giuste, soprattutto nei momenti giusti, e sapere fare il proprio mestiere. Suonare ad una serata non vuol dire che il gruppo inizia a “lavorare” nel momento in cui sale sul palco fino a quando scende. C’è sempre un prima, un durante ed un dopo. E tutti i tre momenti sono collegati. Dalla promozione, al soundcheck, un bello spettacolo e le relazioni con le persone dopo il concerto. Il tutto deve essere fatto al meglio. Noi abbiamo cercato di farlo sempre al meglio!

Iumbe: E’ solo una questione di come ci si pone. Se ci tieni a quello che fai e ti mostri serio, determinato e capace, allora è possibile che qualcuno si accorga di te e ti tenga in considerazione per aprire concerti o altre cose. Se ti presenti in ritardo, suoni male e non cerchi di migliorare, ti dicono di suonare 30 minuti e ne fai 45, ovviamente non ti richiameranno. Per suonare con i NOFX, ho mandato una mail al carroponte chiedendo di poter aprire ai Punkreas. Lo faccio ogni anno, e di solito non mi hanno mai risposto, perché riceveranno tonnellate di email. Quell’anno invece, mi risposero che ci avevano già sentiti e se ci andava, invece dei Punkreas, di aprire per i NOFX. Pazzesco, conservo ancora quella mail!

Ho intervistato Gerson, Pornoriviste e L’Invasione degli omini verdi, ora intervisto voi. Si tratta di raccomandazione? Chi ha raccomandato chi? Spieghiamo i meccanismi nascosti dietro alle interviste. Soprattutto voglio le scuse perché ci siamo incrociati mille volte e non mi avete mai considerata, completamente ignorata, siete cattivi e antipatici.

Albi: Da me le scuse proprio… Ma lo sai chi sono io? Io sono ALBI KANTINA baby! Albi Kantina non chiede scusa, è troppo snob e presuntuoso, pieno di sé. No, il punto è che non si tratta di raccomandazione. Le voci girano, la gente parla e se uno è interessato a LAVORARE si crea i contatti e/o li chiede. Et voilà. Basta volere. Oltre tutto “Io sono cattivo” è il titolo di un nostro brano quindi direi che ci hai proprio azzeccato 😉

Gege: Ahahahah, a sapere che qualcuno ci bramasse così tanto, ci saremmo fiondati!! In ogni caso, basta chiedere! È molto semplice la prassi, per chi non ha un ufficio stampa: “Ciao, è uscito il nostro nuovo disco! Ti va di darci un’ascoltata? E se mai ti dovesse piacere, sappi che siamo disponibili per un’intervista!”. C’è chi ti risponde molto positivamente, chi gentilmente ti dice che “questa roba non s’ha da fare”, chi ti manda a cagare e chi proprio visualizza e non ti risponde! Grazie per essere nel primo gruppo 😀

Iumbe: A me sembra invece che abbiamo passato una buona mezz’ora a chiacchierare al Ligera, mi ricordo della tua carriera lavorativa al Milan… Ma ¾ dei Kantina sono juventini!!! (Ok, ho un oscuro passato nel mondo del calcio al Milan… ma sono anche io juventina, altro punto a favore di questi cattivi ragazzi)

Avete prodotto il vostro terzo album, “Ci disegnano così”, grazie ad una raccolta fondi su MusicRaiser. Questo significa che c’è gente disposta a pagare per sentire i vostri pezzi? O anche in questo caso siete stati raccomandati da qualcuno?

Albi: Parlando seriamente, ci siamo voluti mettere in gioco. E la risposta è stata straordinaria. Un successo che ci ha aperto le porte per poter lavorare con un “budget” (benché ridicolo) ad un progetto pensato e realizzato esclusivamente da noi stessi. Il mondo della musica è allo sfascio (soprattutto economicamente), più che disposta a pagare per sentire i nostri pezzi direi disposta a pagare per sentirsi parte di qualcosa di più grande. Una specie di piccola grande famiglia ecco. Io li amo tutti, uno per uno. Sempre parlando seriamente, se fossimo come hanno detto che siamo, menosi, maleducati, poco disponibili e molto raccomandati probabilmente questa intervista te la starebbe scrivendo qualcuno a mio nome e io sarei davvero con 2 puttane e un po’ di Rum buono.

Gege: secondo me è il risultato del lavoro fatto con “Scusate il ritardo”: investire a fondo perso in più di 2500 copie regalate ha fruttato poi nella buona riuscita nella campagna. Diciamo che è stato un bel contributo dai nostri amici / fan, che quindi si sono beccati due album al prezzo di uno!

Iumbe: Ero scettico sul provare questo tipo di esperienza… Poi mi sono convinto e alla fine ce l’abbiamo fatta. Non è semplice chiudere un crowdfunding quando sei mr. Nessuno, però alla fine tante persone ci hanno dimostrato grande affetto, perfino da Reggio Calabria! Ho messo a disposizione il mio studio e il mio tempo totalmente gratis, in modo che potessimo realizzare con i fondi raccolti, tutto il resto dei lavori con grande qualità… Mastering, grafiche, video, foto, stampa dei dischi e molte altre piccole cose che non si vedono ma ci sono, sono stati realizzati in maniera professionale e non possiamo che esserne soddisfatti!

Mi sono giunte molte voci su di voi, ma una delle più interessanti per il pubblico femminile è sicuramente la vostra presunta capacità di far impazzire le donne, cosa c’è di vero? Come si fa per provare questo vostro talento? Direttamente sul palco o vi esibite anche per platee più ridotte?

Albi: Sul palco diciamo di no per via della qualità dell’esibizione. Per provare questo presunto talento, fermo restando che non conosco le tue fonti, credo che l’unico modo sia uscire allo scoperto e mettermi/ci alla prova! Cosa c’è di vero… DONNE! Accorrete e provate da voi! Ahaah Beh poi quando troverò qualcuna disposta a sopportarmi, ma soprattutto disposta a pagare bene per un’esibizione privata potrei anche pensarci ahahah. Sono le donne a fare impazzire me, altro che. Non apriamo il discorso altrimenti mi danno anche del maschilista sessista! 😉

Gege: io passo la domanda, sennò qualcuno dalla regia arriva e mi strappa i cosiddetti ahahah

Iumbe: Mi sa che i tuoi informatori erano sotto l’effetto di droghe pesanti!

Ultima domanda: vi disegnano così o siete così?

Albi: SONO ASSOLUTAMENTE così.

Gege: bella domanda!

Iumbe: Disegnandoci così, ci hanno portato ad esserlo!!

Grazie per il tempo che ci avete concesso, speriamo di potervi vedere presto su qualche palco per poter cantare con voi il singolo “Raccomandati”.

N.B. Questa intervista è frutto di un duro lavoro di raccomandazioni e un lauto giro di soldi. Mentre la

leggerete, io, l’intera redazione, tutti i gruppi citati e i Kantina 27 saremo sdraiati su qualche spiaggia

paradisiaca a spese di qualcuno di non ben specificato.

Intervista a cura di Valentina Ferrari

Immagine che rappresenta l'autore: Alessandra Sandroni

Autore:

Alessandra Sandroni