I Manitoba presentano il nuovo album: PUNTO ZERO –  RMSKRMZ presenta NOYÈ + SVNTH + LEDA –  The Veils, in Italia a febbraio –  God Is An Astronaut, ritornano con due date –  MOTTA: torna con “SUONA! VOL.1” –  I Preferisco Ignazio tornano con ADHD –  GODLESS FOLK TWO BLOCKS FROM THE POPE live a Largo Venue il 23 ottobre –  I Bon Iver annunciano l’uscita del nuovo Ep “Sable”, tre nuovi brani dal 18 Ottobre per Jagjaguwar. Ascolta il primo singolo “S P E Y S I D E” –  I Manitoba presentano il nuovo album: PUNTO ZERO –  RMSKRMZ presenta NOYÈ + SVNTH + LEDA –  The Veils, in Italia a febbraio –  God Is An Astronaut, ritornano con due date –  MOTTA: torna con “SUONA! VOL.1” –  I Preferisco Ignazio tornano con ADHD –  GODLESS FOLK TWO BLOCKS FROM THE POPE live a Largo Venue il 23 ottobre –  I Bon Iver annunciano l’uscita del nuovo Ep “Sable”, tre nuovi brani dal 18 Ottobre per Jagjaguwar. Ascolta il primo singolo “S P E Y S I D E” –  
Ondalternativa

YEAH YEAH YEAHS – COOL IT DOWN

Recensione a cura di: Davide Capuano

Parlando di Yeah Yeah Yeahs, è inevitabile il richiamo ai tempi in cui la musica in cuffietta iniziava a diffondersi con i primi modelli di lettori mp3. Per molti, un periodo adolescenziale segnato (anche) da uno scanzonato alternative rock con tinte ora noise, ora garage, che usciva dai club più umidi della scena underground newyorchese, trainato da formazioni come gli Strokes, gli LCD Soundsystem o appunto, il trio guidato da Karen O – a tal proposito, è da segnalare il recente Meet Me in the Bathroom, docufilm ritrattistico della scena alternative rock della Grande Mela di inizio millennio, che ha portato tante band ad ascriversi allo stato di cult generazionale dopo più di un decennio.
Karen-O, Brian Chase e Nick Zinner non fuggono di certo dall’immagine carismatica che li ha accompagnati sin dai loro esordi, ed è per questo che la notizia di un loro ritorno sulle scene a nove anni dall’ultimo lavoro Mosquito (2013) suscita un certo interesse anche nei fan più distratti, facendo leva sul fascino artistico sempreverde della loro frontwoman e sul fattore nostalgia che ha investito parte di quella stessa scena negli ultimi anni.
E così, figlio di un periodo di maturazione personale ed artistica dei tre membri, ma anche di grandi cambiamenti su scala mondiale – su tutti quello climatico, che costituisce un background tematico dell’intero lavoro – Cool It Down viene alla luce, coadiuvato dalla produzione del fidato amico e collaboratore David Andrew Sitek (TV on the Radio) e impreziosito da collaboratori di rilievo come Michael Alden Hadreas, aka Perfume Genius, la cui identità artistica può dare da subito qualche indizio sulla virata stilistica di questo nuovo capitolo del trio.
Già, perché questo richiamo nostalgico non consiste nel riprendere le care vecchie chitarre distorte degli esordi, ma si riallaccia più facilmente alle intuizioni synth già emerse in Mosquito e It’s Blitz, i loro ultimi lavori pre-iato. Le tastiere dominano gran parte dei 32 minuti, apparecchiando avvolgenti e densi tappeti sonori che costruiscono le melodie catchy di questo lavoro, su cui Karen O può fare libero sfoggio della sua magnetica abilità canora, ora votata ad un songwriting meno arrabbiato e più profondo che dona a lei ed alla band una veste più fresca, strizzando l’occhio al loro passato più remoto solo in alcuni passaggi come nella frenetica “Fleez”. Per buona parte dell’album vengono tracciate trame che si avvicinano ad un dream pop etereo ed intenso, che a tratti richiama le sonorità dei Chromatics nelle loro vesti più cupe, come in “Lovebomb” – che sembra uscita direttamente dalla colonna sonora di Twin Peaks 3 – o quelle più danzabili in “Wolf.”

L’impronta di Karen, tuttavia, è davvero unica nel suo genere, e tanto basta a lasciare ben impressi ritornelli dal forte impatto emotivo (“Spitting Off the Edge of the World”, in cui si intreccia con la delicatezza di Perfume Genius) o veri e propri acuti come in Burning. La ballata spoken word “Mars” chiude il disco senza lasciare tracce di pesantezza nell’ascolto: la sua breve durata è un punto di forza in termini di coesione, evitando per forza di cose la presenza di tracce filler e la mezz’oretta abbondante di ascolto viene supportata più che bene da un sound ora distensivo e sognante, ora energico; è vero, forse l’avremmo già sentito in tantissime altre band che spaziano tra gli anni ’80 e i 2010, e nulla lascia quella sensazione di stupore tipica di quando si ascolta qualcosa di realmente innovativo. Ma resta un ritorno comunque gradito, ragionato e che lascia soddisfazione nel riabbracciare gli Yeah Yeah Yeahs nella scena contemporanea con un look rinnovato, lasciando quello più sbarazzino relegato a vecchie playlist di inizio millennio: in un’epoca di grande e spesso superfluo riciclo artistico, Cool It Down è un lavoro per nulla scontato, che può gettare delle solide basi per questo secondo esordio della band di Brooklyn.

TRACKLIST:

1 Spitting Off the Edge of the World
2 Lovebomb
3 Wolf
4 Fleez
5 Burning
6 Blacktop
7 Different Today
8 Mars

VOTO: 7

Immagine che rappresenta l'autore: Francesca Mastracci

Autore:

Francesca Mastracci