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Ondalternativa

MORNINGVIEWS – Anedonia

In termini psicoanalitici, l’anedonia denota l’incapacità di percepire a livello attivo qualsiasi forma di appagamento o gratificazione sensoriale. Uno scollamento tra bisogno di sentirsi vivi e incapacità di farlo; un desiderio di combattere l’indifferenza e il senso di disconnessione dal mondo come condizioni endemiche del nostro tempo, spesso derivanti da un’inettitudine a comprendere gli altri e se stessi.

Ed è proprio questo il titolo, Anedonia, che i perugini Morningviews hanno scelto per il loro ritorno sulle scene musicali, dopo il primo disco sulla lunga distanza La sindrome dell’età dell’oro del 2023 e l’ep d’esordio in inglese del 2019 You Are Not The Places You Live In.

Uscito lo scorso 25 aprile, il disco si compone di nove tracce che lambiscono a tratti territori midwest e a tratti paesaggi più smaccatamente post-rock, lasciandosi travolgere il più delle volte da sferzate screamo. Tra vuoti stagnanti, deserti dell’anima e torbidi giochi chiaroscurali, il disco riflette a livello sonoro l’andirivieni di sensazioni contrastanti che vengono espresse nelle lyrics.

Il viaggio inizia con un lieve crepitio di fuco da cui partono le note di “Dicembre”, traccia intimista e minimale con i suoi arpeggi tremolanti di chitarra e la voce ovattata, che segna il momento di sospensione rarefatta immediatamente antecedente alla tempesta. Già dal secondo brano (“Inutile”, singolo estratto qualche settimana fa per anticipare l’uscita dell’album), infatti, veniamo travolti da raffiche deflagranti e portentose sezioni ritmiche in crescendo à la Brutus.

“Il tuo verde preferito” poi è una splendida tirata emo-core di muri di suono, ritmi portentosi ed emozioni strillate, che vede la partecipazione dei Cabrera, band di punta della scena emo italiana negli ultimi anni.

Il disco procede sviscerando echi che rimandano all’aggressività spietata dei Converge ( in “Cose a cui pensare durante un rapimento”), toni sommessi che tracciano ritmiche circolari dietro cui viene sepolta la voce (“Il peggiore dei nostri inverni”), obliquità hardcore piene di frenesia (di “Schermoluce”) e chitarre taglienti dalle magniloquenze post (di “Assente”).

Parte finale del disco particolarmente intensa e strutturata con “Deserti”, che traduce in quasi otto minuti la scissione incolmabile dell’umanità nei confronti dell’aridità che stiamo creando dentro e fuori di noi, attraverso il dualismo tra aperture melodiche e scariche percussive oscure e inquietanti.

Chiusa d’effetto con “Gennaio” che riprende gli umori evocativi della traccia d’apertura, portandoli ad esplodere tra superfici ruvide e riverberi ariosi, con l’amara consapevolezza (o confidente rassegnazione) che “dopo dicembre viene soltanto un altro gennaio”.

Un bel disco, pieno di passaggi interessanti e ottimi richiami strutturali agli ascolti che, in qualche modo, ne hanno ispirato la realizzazione. 

Con le parole della band:

Anedonia è un disco che, come gran parte della musica, nasce da ciò che stavamo vivendo nel periodo in cui lo stavamo scrivendo. Scrivere un disco in un periodo storico come questo ti porta inevitabilmente a confrontarti con quello che sta succedendo nel mondo e che è sotto gli occhi di tutti, banalmente anche solo perché si riflette sulla nostra quotidianità. Per questo motivo, Anedonia è un disco che non si sottrae dal parlare del mondo esterno, della morte che lo pervade e delle ineguaglianze intollerabili da cui siamo circondate e circondati, ma che al contempo affronta la difficoltà del convivere con i propri drammi personali in un contesto del genere. Il rischio di essere totalmente indifferenti a tutto è dietro l’angolo; così come quello di dare una maggiore importanza ad una dimensione piuttosto che all’altra. Prendersi cura di sé stessi e degli altri, a quel punto, diventa una necessità sia politica che emotiva.

TRACKLIST:

  1. Dicembre
  2. Inutile
  3. Il tuo verde preferito (ft. Cabrera)
  4. Cose a cui pensare durante un rapimento
  5. Il peggiore dei nostri inverni
  6. Schermoluce
  7. Assente
  8. Deserti
  9. Gennaio

 

CREDITS

Registrato da Giovanni Rosellini e dai Morningviews a inizio 2025.
Mix e master di Giovanni Rosellini
Urla aggiuntive di Giovanni Rosellini, Nicola Brugnami e Lorenzo Cesarini.
Copertina di Marco Frattaruolo, progetto grafico di Riccardo Masetti.
I Cabrera hanno collaborato con noi sulla traccia Il tuo verde preferito.

Musica, voci e parole dei Morningviews.
I Morningviews sono Roberto, Roberto, Simone e Angelo.

 

 

 

 

Immagine che rappresenta l'autore: Francesca Mastracci

Autore:

Francesca Mastracci