2025, Through the void
Seconda fatica per i romani novagorica, che con Altitudine (che esce a due anni di distanza dall’esordio “Preghiera violenta”) si inseriscono nel solco del rock italiano che prende le mosse dai Timoria e, passando per i Nadar Solo (di cui personalmente rivedo varie tracce in questo disco) arrivano fino ad oggi, fino a questi undici brani (dieci brani canonici e l’intermezzo strumentale “Ottobre”) che suonano serrati, potenti e che uniscono ad un suono ficcante la disillusione dei testi, che raccontano senza fronzoli di depressione e malessere, non tralasciando anche immagini crude e dirette.
Questi cinque ragazzi di Roma e dintorni sfoderano un lavoro maturo, che mostra la loro anima e che certamente si fa bello grazie ad un cantato graffiante che colpisce ed avvolge, lasciando già presagire cosa possano dare brani come “Carne e saliva” o “Occasioni perse” (un gioiellino fin dalla chitarra iniziale su cui si innesta una batteria incontenibile, che lascia poi spazio ad un brano accattivante, un inno da gridare a squarciagola).
In questo mare di dissacrante verità (e sprezzante umanità) sono gli ultimi tre brani, quelli successivi allo strumentale “Ottobre”, a colpire ancora di più al cuore, in particolare la title-track “Altitudine”, con cui il disco si chiude: “E cerco un’altitudine, qualcosa che mi renda vivo, ma non c’è speranza e non c’è stupore. E vivo un giorno per l’altro. Io vivo, orfano di noi”.
Le parole affondano nelle orecchie e nella carne e fanno male, le senti taglienti e appuntite, proprio come la musica dei novagorica, che certamente meritano il loro posto nel panorama rock italiano, con l’idea che in un live sarà difficile resistere alle loro dinamiche e a quella batteria che sembra voler frantumare qualsiasi muro tra la band e il pubblico.
Tracklist
1. Piromani
2. Carne e saliva
3. La prima volta
4. Cannibali
5. Le ore piccole
6. Occasioni perse
7. Le formiche
8. Ottobre
9. Nakba
10. Peggiore
11. Altitudine