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Ondalternativa

GIORGIO POI – Schegge

No, non voglio niente da distruggere o salvare

Da rompere o da aggiustare

Perché se niente può farmi male

Niente è quello che cercherò.

 

Se genericamente un’esplosione implica caos e divisione, e naturalmente siamo portati ad associarla alla fine e non ad un inizio, Giorgio Poi ribalta il punto di vista attorno a questo concetto con il suo quarto album in studio. A quattro anni di distanza da Gommapiuma, il cantautore torna a scolpire il suo universo musicale con nove brani che sono come piccoli pezzi volati via da un centro emotivo comune. Giorgio raccoglie queste schegge e le dispone con cura, ricreando un suo personalissimo puzzle e spostando l’attenzione verso una nuova prospettiva.

Esplodere, andare in mille pezzi. Sembrerebbe un epilogo, ma a pensarci bene non lo è. Piuttosto, è la condizione naturale di ogni cosa esistente, in fuga dal centro della più̀ gigantesca deflagrazione possibile: il Big Bang. Personalmente provo sollievo nel sentirmi parte di questo immenso rilascio di forza; mi piace sentirmi esploso, sprigionato, sparato via insieme a tutto e a tutti, una scheggia fra altre infinite schegge. (Giorgio Poi su Schegge)

ph. Ilaria Magliocchetti Lombi

Anticipato dai singoli “Uomini contro insetti” e “Giochi di gambe”, il nuovo disco in uscita per Bomba Dischi/Sony Music è il risultato di una fase di trasformazione profonda del musicista. Scritto e prodotto con l’ausilio di Laurent Brancowitz dei Phoenix, innamorati da tempo della sua musica (e noi con loro), l’album raccoglie i pezzetti di questo processo in una frammentazione non solo tematica ma strutturale, che si riflette in una scrittura essenziale ed evocativa, e in scelte sonore che sono in bilico tra un pop raffinato e cantautorato psichedelico. Tangibili echi della musica d’autore italiana figlia degli anni ’70 aprono il disco, con “Giochi di gambe” e il suo arrangiamento sognante, tra tappeti morbidi di elettronica e un testo che è una elegantissima cronaca di un addio. Un brano travolgente sotto ogni punto di vista, da ascoltare in loop da qui all’eternità. Sullo sfondo c’è sempre il mare, che diventa metafora perfetta nell’oceano elettro pop di “Nelle tue piscine” per raccontare la forza di volontà che si cela dietro ad un distacco  (In certe acque si può solo annegare, lo so. Non ci nuoto più nelle tue piscine, piuttosto preferisco cercare tra le onde un salvagente nel mare). “Uomini contro insetti” è un flusso di coscienza dove istantanee e pensieri sconnessi si mescolano in un collage distopico, una ballad malinconica che omaggia col titolo Bertrand Russel, prendendolo in prestito da un saggio contenuto nel suo ”Elogio dell’ozio”. Tappeti di synth e elettronica aprono “Non c’è vita sopra i 3000 kelvin”, un brano dove, con una delicatezza struggente, Giorgio Poi descrive la presa di coscienza della fine di una grande storia d’amore (Non c’è vita sopra i 3000 Kelvin, ma facce pallide come fantasmi. Grandi amori fatti di pochi sguardi, per riconoscersi come due intrusi in un mondo d’altri). Cassa dritta e synth a profusione ci trascinano in “Les jeux sont faits”, e gli strascichi del Moog proseguono nell’interludio della tracklist del disco, l’unico brano strumentale, come consuetudine per il cantautore. “Tutta la terra finisce in mare” si costruisce su strutture sonore in continua evoluzione e cambiamento, per ritrovarsi in un ritornello che come onde, culla dolcemente. Ci sono poi i riverberi acidi che corrodono in “Un aggettivo, un verbo, una parola”, mentre chiude il disco con le sue chitarre accarezzate “Delle barche e i transatlantici”, un sogno ad occhi aperti, un invito a lasciarsi andare.

La scrittura di Giorgio Poi ha un fascino irresistibile, e in questo album è il collante che tiene uniti il disordine e la paura evocati dal cambiamento. Una raccolta di frammenti che si incastrano sottopelle, di parole che diventano interruttori, illuminando un incespicante cammino tra nostalgia, ironia e riflessione. Ci sono dischi che non fanno rumore, ma sono destinati a cambiare qualcosa intorno a loro, e a restarti dentro. Schegge è uno di questi. Impercettibile ma travolgente, come salmastro si appiccica sulla pelle, lasciandoti addosso un nuovo sapore.

TRACKLIST

  1. Giochi di gambe
  2. Nelle tue piscine
  3. Uomini contro insetti
  4. Non c’è vita sopra i 3000 kelvin
  5. Les jeux sont faits
  6. Schegge
  7. Tutta la terra finisce in mare
  8. Un aggettivo, un verbo, una parola
  9. Delle barche e i transatlantici
Immagine che rappresenta l'autore: Francesca Mastracci

Autore:

Francesca Mastracci