THE WAEVE – THE WAEVE
Recensione a cura di Davide Capuano
The WAEVE, l’incontro tra Graham Coxon e Rose Elinor Dougall, affonda le sue radici in un concerto di beneficenza datato 2020, in sostengo alle vittime dell’esplosione di Beirut: è lì che Coxon, noto ai più come chitarrista dei Blur e Dougall, ex voce pop delle The Pipettes, gettavano le basi per un sodalizio musicale i cui frutti sarebbero maturati solo qualche stagione dopo. In mezzo, un intreccio che travalica la sfera artistica e li rende di fatto una coppia, dettaglio che non va solo ad ascriversi nella cronaca rosa della vita dei due, quanto piuttosto a dare un’ulteriore sfumatura alla coesione e all’armonia del loro lavoro.
Coxon, alle porte del tour estivo che porterà i Blur in giro per il mondo, continua la sua personale esplosione creativa nei suoi progetti da solista, in cui dimostra di essere un musicista tout-court e ricalca le orme di uno dei suoi discepoli più importanti, l’eclettico Jonny Greenwood (Radiohead): dopo aver composto la colonna sonora per la serie Netflix The End of the F***ing World, l’eponimo debutto dei The WAEVE (da leggersi come wave) porta la sua firma come produttore, compositore, arrangiatore, cantante, inconfondibile chitarrista e infine abbraccia le sue origini da sassofonista; la sua sagace abilità compositiva non prende mai il sopravvento sul processo di scrittura dell’album, che è gentilmente condiviso a quattro mani con Dougall, risultando in un’esplorazione di suggestioni ed atmosfere eterogenee, difficili da sintetizzare in una definizione propria di genere eppure ben saldate da un’unione che porta una sensazione di calore e di comfort.
Ascoltare quest’album è come entrare nel salotto personale dei due musicisti, un salotto elegante con arredamenti vittoriani che affaccia su una brughiera cupa ma suggestiva; gettando l’occhio qua e là si possono notare ricordi di una gioventù ribelle e scapigliata, da cui i padroni di casa non hanno intenzione di nascondersi. Un camino riscalda l’intero ambiente, con luci soffuse che creano vari giochi d’ombra, mentre fuori la più classica delle piogge da british weather fa apprezzare ancora di più le comodità dell’ambiente, che riesce in qualche modo a mettere un profondo senso di essere a proprio agio. L’art-pop dei The WAEVE attinge a piene mani da questo setting molto intimista, che ci proietta immediatamente in una dimensione chamber con la prima traccia, Can I Call You, in cui si delineano chiaramente alcuni degli elementi più identificativi dell’album: la voce di Dougall, in uno stato di grazia e soavità, guida le atmosfere create da Coxon e si intreccia magnificamente con il tono di voce del chitarrista, che dà sfoggio della sua semplicità creativa sia al sax che alla chitarra, giocando come di sua tradizione con le distorsioni che hanno contraddistinto il suo sound dai tempi dei Blur; il basso richiama fortemente territori appartenenti a new wave e post-punk, essenziali e ben presenti, anticipando sotterraneamente le tonalità più energiche di Kill Me Again. Il lato più dark del lavoro è da ricercarsi non solo in ritmiche simili, che contraddistinguono brani come Something Up There – il passaggio più marcatamente new wave – ma anche nel sax noir di Sleepwalking, o nel tono di voce delicato e malinconico di Dougall, che gioca ad aprire atmosfere di serenità e grazia ma allo stesso tempo assume dei toni folk spettrali come in All Along, in cui le incursioni di stampo drone di chitarra e synth si connettono a quel paesaggio tetro da countryside inglese in pieno autunno.
Ma la sensazione predominante è quella di essere ospiti graditi di questo lavoro profondamente intimo, orchestrato dagli archi dell’Elysium Quartet e arrangiato con molta bravura da Coxon in brani come Drowning, o infine nel trittico di ballad finali Undine – Alone and Free – You’re All I Want to Know, in cui esplode una malinconia mista ad un’incredibile leggerezza d’animo, liberata definitivamente dai violini che chiudono il disco. Un ascolto che accosta in continuazione sensazioni contrastanti, pilotate dal suono e dalle voci di due musicisti che hanno trovato una formula funzionante per far coesistere contrasti netti, tra orchestrazioni e distorsioni, ritmi incalzanti e tappeti di sax, estro individuale e coralità; due timbri vocali che si incontrano in sintonia e che rendono confortevole questo viaggio nel loro angolo di universo più intimo e personale, The WAEVE è un continuo e delicato gioco di luci ed ombre, che non abbagliano e non danno mai senso di smarrimento.
TRACKLIST
- Can I Call You
- Kill Me Again
- Over and Over
- Sleepwalking
- Drowning
- Someone Up There
- All Along
- Undine
- Alone and Free
- You’re All I Want to Know
VOTO: 7,5