Ah, quando si dice entrare nel personaggio! I Silenzio di questo ne sanno qualcosa, tanto che sembrano aver fatto gli insegnamenti di Stanislavskij propri a tal punto da non volersi definire usando altri termini se non il silenzio (dalla loro descrizione sulla pagina Facebook viene riportato un eloquente quanto esemplificativo “Shhhhhhhh!”). Essendo la loro identità avvolta nel mistero, quale miglior frontman se non un cantante di cui non si conosce l’identità e che si presenta con il viso coperto da una maschera?
Proprio sul binomio identità-maschere si incentra il fil rougeche tiene insieme le cinque tracce del loro primo EP, Clorofilla sui miei guai, titolo dichiaratamente desunto da un verso di “Canzone Ostinata” dei Verdena.
Sebbene, però, le sonorità del gruppo bergamasco li abbiano condotti verso l’elaborazione della propria ispirazione musicale, il prodotto finale che ne emerge è molto più vicino a quel filone del cantautorato italiano alternativo in cui si innestano sonorità dal tipico gusto pop con inflessioni che al tempo stesso reclamano la loro ascendenza rock.
Tra adagi strumentali e punte di elettricità (come l’incedere ritmico de “La maschera” o le schitarrate psichedeliche in “La Tempesta”), passando per suggestivi fraseggi chitarristici e arrangiamenti d’archi (“All’improvviso”), emerge un costante mood nostalgico, reso anche attraverso quel tocco lo-fi che impregna tutte le tracce del lotto.
Infine, un esordio senza troppe pretese, che resta anche un po’ in sordina (sarà forse anche questo parte del piano di restare coerenti con il nome che portano?), ma comunque nell’insieme piacevole e con una scrittura che rivela del potenziale.
Tracklist:
- Il giardino
- La maschera
- All’improvviso
- Mondo nuovo
- Tempesta
A cura di: Francesca Mastracci