Savages Live @ Tunnel (Milano)
24 – 02 – 2014
Secondo appuntamento nella capitale lombarda, nel giro di un anno, per la british post-punk band di cui si
fa un gran parlare sin dalla pubblicazione del primo EP I Am Here.
L’hype generato dal successivo album,
Silence Yourself, sta spingendo un numero significativo di persone a prender parte agli show di un tour che
sta facendo registrare numeri da non poco ovunque.
Il palco, così come il resto del Tunnel, locale storico milanese a poca distanza dalla stazione Centrale, è
avvolto in una oscurità che fa tutt’uno con il nero che è marchio di fabbrica delle Savages. Nero interrotto
solo da qualche flash di spettatori sordi alla richiesta, esplicitata su piccoli manifesti apposti ovunque, in cui
le quattro ragazze richiedono espressamente di mettere da parte per un po’ l’ossessione compulsiva per il
social–sharing, prediligendo una volta tanto una fruizione piena e totale dello show cui si assiste.
Show tiratissimo, in cui è la vena punk delle ragazze a regnare incontrastata, lasciando in un angolo
appartato quei momenti più smaccatamente noir e sognanti (si pensi all’esclusione di un brano come
Marshal Dear dalla scaletta). Ad aprire c’è la ormai ben rodata I Need Something New, che dovrebbe trovar
posto in un EP di prossima pubblicazione.
Il set si potrebbe suddividere in due tronconi ben definiti, con la cover di Dream Baby Dream dei Suicide a
fare da spartiacque.
Prima parte di assestamento, di studio reciproco tra la band ed il pubblico presente,
in cui si crea il contesto emozionale, tra ritmiche cadenzate e teatralità d’altri tempi, in cui si colpiranno le
persone accorse con una serie di colpi disegnati per tramortire.
She Will, No Face, Husbands ed Hit Me sono un susseguirsi di scariche che non ammettono difesa. La
tensione si alza fino al livello di guardia e l’aggressività dell’esibizione è corrente elettrica che attraversa la
sala. A chiudere c’è poi la dilatata invettiva di *****ers.
Lo show finisce qui, smontando l’abitudine all’encore
che spinge molti a restare fermi al proprio posto in attesa che le Savages facciano nuovamente il loro
ingresso sul palco. Non ci sarà nessun encore e, quindi, dopo un’ora tutti a casa.
Consapevoli che, sebbene le Savages non propongano nulla di particolarmente nuovo, si tratta in ogni caso
di una delle proposte musicali che, nel calderone del revival 80’s che sta contraddistinguendo questi ultimi
anni, si contraddistingue per carica emotiva e lucidità nell’interpretare l’oggi (The world used to be silent /
Now it has too many voices and the noise is a constant distraction).
Live Report a cura di Captain Eloi
Foto di Elena Di Vincenzo