Nero con il suo primo Album Lust soul è un musicista chitarrista/cantante dal sound apparentemente trascinato e pesante. Ma è tutto ben calcolato. Più che altro sembra appesantito da un Personaggio costruito con cura ed attenzione (forse troppa) rispetto ai particolari glamour dal mood “finto-internazionale”. Interessante progettualità in un contesto denso di atmosfere minimal. Ascoltando l’intero album si viene catapultati in un’altra dimensione, c’è una sensazione costante di “sospensione” del tempo e nel tempo. Un forte odore di chitarre e sperimentazioni elettroniche basic, usate bene. Un tocco vocale lieve, in lontananza, quasi sussurrato, volutamente sensuale. A tratti, sembra Lou Reed, in versione “colonna sonora da film horror”, ma di qualità.
Nero si crede un gran figo, se la tira, può stare antipatico, ma ci sta. E’ un modo come un altro per distinguersi da una massa musicale contemporanea abbastanza omologata. Lui vuole differenziarsi. E lo fa attraverso un personale racconto sonoro. E visivo.
Tutto il sound è la giusta cornice ad un Personaggio post-rock fighissimo, sin dal nome.
Siamo sicuri che avrà un lungo percorso discografico, magari più per la sua caparbietà che per la sua vera bravura. Non perché non lo sia. E’che ora gli va di “giocare” un po’ a “fare il Personaggio”. Giusto così. Finchè dura.
01. Death in june
02. I’m the sin
03. No sense of crime
04. In my…town
05. Bleeding
06. Over my dead body
07. Old demons
08. Bitch
09. Spirits
10. Tomorrow never comes
a cura di: Laura & Max – Mind the sound!