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Ondalternativa

BANADISA – INUMANA CANICOLA PADANA

Nelle campagne deserte il demone del meriggio chiama Morte

Un’estate diversa, senza la gioia e la spensieratezza, sofferta nella pelle e nell’anima, è quella descritta da Banadisa (Dario Franchini) nel suo secondo album Inumana Canicola Padana, pubblicato il 14 novembre per Trovarobato e La Tempesta Dischi, storica etichetta de I Tre Allegri Ragazzi Morti.

Il 14 novembre è anche l’anniversario della grande alluvione del Polesine, terra d’origine del cantautore e vera protagonista di questa seconda sorprendente prova. Ma la pianura non è più martoriata dalle acque, ma dalla siccità e dal solleone bruciante che trasforma una terra fluviale in un deserto. La sensazione di oppressione, quasi di soffocamento, la voglia di fuggire e l’urgenza di contatto sono i temi ricorrenti dell’album lungo le sue 12 tracce.

Il suono di Banadisa prende molto in prestito dalla danza, sia essa proveniente dall’elettronica, dal Sud America o dalle danze e canti popolari, inserendosi in un contesto di mescolanza tra folk, elettronica e musica rock. Beat e percussioni, ritmi ipnotici e incalzanti costellano le composizioni tessute su arazzi di sintetizzatori scuri e campionamenti di field recording, sulle quali le voci si esprimono in un poliglottismo brillante (italiano, spagnolo, dialetto polesano, inglese) che ben definisce il ventaglio di esperienze del giovane autore.

Apre le danze la title track con un featuring del Coro delle Mondine di Porporana, già a definire in modo chiaro l’immaginario agreste delle campagne estive del Delta del Po, per poi proseguire con “Amòr!”, secondo singolo estratto dall’album, un disperato grido d’amore e connessione in dialetto polesano su un beat potente e ossessivo.

“Mattina riluce”, ultimo singolo estratto, abbassa invece la tensione con leggeri campionamenti di voci e un beat più regolare. “Canneto Abisso” ci riporta nelle terre palustri, nelle acque torbide della confusione, dove la frase “in questo galleggiare dal fiume al mare” collega un ritornello legato ai movimenti di liberazione della Palestina, causa apertamente sostenuta da Dario, con la sua fragile terra, dove il grande fiume sfocia nel mare adriatico. “Letter to” è un episodio a sé all’interno dell’album, con un sound più moderno e accattivante che vede il feat con duo bolognese So Beast e l’incursione dell’inglese, incursione che continua in “Vaga Aura Crepuscolare”, un brano minimal che segna la fine della prima metà dell’album.

“In Principio, Fuochi Fatui” con un costante controllo della tensione e delle dinamiche rappresenta uno degli episodi più riusciti dell’album, inquietante e rassicurante allo stesso tempo con il suo “passa tutto e tutto passa”. “Tears of the Sun” vede il ritorno dell’inglese e la partecipazione della cantante Anna Bassy, la quale canta sopra un coro a cappella alternato a un violento ritmo con influenze industrial. Il dialetto veneto e il richiamo a un ritornano si ripresentano in “Quando cà te torneré chi in Veneto da mì”, brano che vede l’apporto dei colleghi di etichetta C+C= Maxigross.

“No tengo lugar y no tengo paisaje” è divisa idealmente in due metà, con un canto malinconico in spagnolo di Clara Andrés sopra agli strumenti agli strumenti a corda nella prima parte, e un ritmo oscuro nella seconda parte.

“…che abbandonato va in malora” è descritto da Banadisa come il brano più rappresentativo dell’album:

Il brano racconta il momento confuso in cui si realizza che il cuore e il corpo non sanno -e non possono- più stare qui, vicino alla persona a cui erano soliti stare. All’incalzante domanda ‘e adesso?’ segue una nervosa replica ‘adesso non lo so! dammi un attimo! adesso ci penso!’ in un’angoscia crescente, che più mette davanti al fatto, più paralizza il corpo e la mente, che non sanno come agire, che si bloccano e abbandonati a se stessi si lasciano cadere ‘in malora’

Chiude l’album “Il Balzo della Tigre”, che sembra riprendere molti dei ritmi e dei suoni delle altre tracce, ma con un andamento più incalzante e liriche che lasciano trasparire un leggero sentimento di speranza e fiducia nel futuro.

Banadisa si conferma una nuova voce degna di ascolto nel panorama della musica alternativa italiana, per coraggio, sincerità e visione. Il suo sound si inserisce in quella scena che mescola i confini tra il folk (e il folklore), il rock e l’elettronica già iniziata da Iosonouncane e Daniela Pes, ma questa volta ricollocata nella pianura padana, con le sue luci ammorbanti e le tante ombre che dimora chi la vive.

Tracklist

o1. Inumana canicola padana
02. Amòr!
03. Mattina riluce
04. Canneto abisso
05. Letter To (feat. So Beast)
06. Vaga aura crepuscolare
07. In principio, fuochi fatui
08. Tears Of The Sun
09. Quando ca te tornarè chì in Veneto da mì (feat. C+C Maxigross)
10. No tengo lugar y no tengo paisaje (feat. Clara Andrés)
11. …che abbandonato va in malora
12. Il balzo della tigre

 

Immagine che rappresenta l'autore: Marco Andreotti

Autore:

Marco Andreotti