The Tallest Man on Earth
Live @ Alcatraz (Milano)
15 – 10 – 2015
Strano destino quello di alcuni musicisti. Quando sembra che siano riusciti ad affermarsi in maniera piuttosto riconoscibile, al di fuori di correnti condizionate dall’hype del momento, ecco accade improvvisamente qualcosa e vengono fagocitati da un mainstream che semplifica e impoverisce.
E’ quanto accaduto, almeno in parte, a Kristian Matsson, in arte The Tallest Man on Earth. Rivelatosi al pubblico ormai quasi dieci anni fa con l’EP omonimo, sembrava essere destinato a ritagliarsi uno spazio ben definito in un terreno che faceva riferimento a grandi folksinger del passato. L’esplosione poi di una serie di band (Mumford & Sons, Lumineers e simili) che condividevano in parte tale retroterra rielaborandolo in una chiave molto pop e di massa, ha finito con il fagocitare anche lo svedese.
Sicuramente a torto. Almeno fino agli ultimi due album, dove, forse sotto la spinta di una schiera di fan trasversalmente adepti a questa ondata di revival folk, Matsson ha gradualmente “sporcato” il folk delle (sue) origini con sonorità che si avvicinano all’indie.
Il pubblico che riempie (il concerto è sold-out da giorni) l’Alcatraz questa sera è probabilmente lo specchio di tale situazione.
A dispetto delle ultime tendenze artistiche dei suoi album, la serata si apre con la cover di Moonshiner di Bob Dylan, vero nume tutelare di Kristian. Un po’ come a volere, una ennesima volta, mettere in chiaro le cose. Il resto dello show è incentrato principalmente sull’ultimo “Dark Bird is Home”. La formula è aggiornata rispetto agli esordi, poco spazio ai momenti “chitarra e voce” a favore dell’impianto full-band, decisamente più corale (in alcuni casi vagamente springsteeniano). Non mancano ovviamente quelli che ormai sono veri e propri classici nel repertorio dell’artista svedese: “Love is All”, “Wild Hunt”, “King of Spain” e “1904”.
L’affiatamento tra i musicisti sul palco è coinvolgente e dona freschezza anche ai brani più tradizionali (anche se non sempre con riuscita ottimale).
Il concerto fila via senza pause, solo qualche parola accennata di rado. Uno show complessivamente perfetto. Forse troppo.
Captain Eloi
Riferimenti: http://thetallestmanonearth.com – http://www.comcerto.it/