Live report Fear Factory
29/05/2012
Ciampino, Orion
E’ stato un massacro! Chi va a vedere I Fear Factory live sa perfettamente quello che lo aspetta, il sound che troverà, inconfondibile.
Un po’ come le famose ‘tre note da ritornello’ degli Iron Maiden, è impossibile non riconoscere anche a occhi chiusi la potenza, la violenza, l’impatto scenico di Burton C. Bell e Dino Cazares.
Ad aprire il concerto romano dell’industria della paura ci hanno pensato gli Havok. I quattro ragazzi del Colorado hanno scaldato il pubblico con un devastante trash metal old school apprezzato da tutti i presenti in sala.
Un veloce cambio di palco ha fatto in modo che la potenza degli Havok non abbandonasse la sala fino all’entrata di Dino & Co.
Certo, Dino & Burton sono da anni una certezza, ma diciamo la verità, eravamo tutti curiosi di vedere come se la sarebbe cavata Mike Heller dietro le pelli. Deve essere un bel peso prendere il posto di Raymond Herrera e Gene Hoglan, forte come l’emozione che più volte ha sottolineato di provare nel suonare in una band con cui è musicalmente cresciuto.
Bèh, dire che se l’è cavata benissimo, è dire poco. Quando non si sbaglia una virgola suonando “Powershifter”, “Christploitation” o “Demanufacture”, il voto non può che essere altissimo.
Il palco non troppo alto e la vicinanza con le prime file hanno fatto interagire la band con il pubblico per tutto il tempo. Burton ha cercato durante ogni song le mani dei fans, Dino passava da un angolo all’altro dello stage per mettere quasi in faccia a chi gli stava subito sotto la sua mostruosa Ibanez 7 corde, così vicino da poter leggere la scritta Dino su un tasto del manico della chitarra e addirittura far suonare una nota ad un fan in delirio dal pubblico.
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Una scaletta perfetta che spazia dagli esordi con “Martyr” fino all’ultimo singolo “Recharger”, passando per “Scapegoat”, “Zero signal”, “Linchpin” e “Fear campaign”.
Ma è quando i quattro guys ci hanno deliziato l’udito con “Self bias resistor” e “Replica”, che l’Orion è andato in estasi. Precisi come un metronomo, potentissimi come un terremoto, hanno lasciato urlare a tutta Roma “I don’t want to live that way” prima di chiudere e salutare mano dopo mano almeno le prime tre, quattro file subito di fronte al palco.
Una band con alti e bassi, qualche cambio di line-up durante gli anni, sicuramente qualche eccesso e qualche trasgressione avranno fatto parte delle loro vite, ma quello che posso dire è di aver visto un gruppo euforico ancora dopo tutti questi anni di live, dischi, urla e fans. Un gruppo con i piedi per terra, un gruppo che non ama la lontananza dal pubblico che gli sta davanti, un gruppo che ogni quattro canzoni ha ringraziato tutti i presenti di essere venuti.
Un gruppo che, tutto sommato, non ha perso quel granello di umiltà che li rende una delle band più apprezzate dai new-metallers!
Setlist:
01.SHOCK
02.EDGECRUSHER
03.SMASHER DEVOURER
04.ACRES OF SKIN
05.LINCHPIN
06.POWERSHIFTER
07.FEAR CAMPAIGN
08.CHRISTPLOITATION
09.RECHARGER
10.MARTYR
11.SCAPEGOAT
12.DEMANUFACTURE
13.SELF BIAS RESISTOR
14.ZERO SIGNAL
15.REPLICA
Live report a cura di Gabriele ‘SOLO’ Mangano
un ringraziamento a Rosario @ Live Nation.