Alter Bridge + Halestorm, Atlantico Live, Roma 11 novembre 2013
Prima volta all’ Atlantico….prima volta Alter Bridge live….
C’é il tutto esaurito all’Atlantico ed una immensa coda all’ ingresso che scorre lenta sotto ingenerose raffiche di vento.
Alle 20 sono dentro, giusto in tempo per imbattermi in un’ altra tormenta quella degli Halestorm, gruppo spalla degli Alter Bridge nel Fortress tour.
Band americana heavy metal/ post grunge che prende il nome dai fratelli Lizzy Hale, cantante e chitarrista, pazzesca, grintosa a dir poco, che fa tacere tutti quando, dopo una serie di canzoni di rock puro e duro, inizia ad intonare un pezzo solo voce e tastiera, e Arejay Hale, batterista spettacolare, dai movimenti possenti che ricordano Bonham, un folle che balla mentre suona, si alza, lancia le bacchette a se stesso e al fonico.
Ottimi anche il bassista Josh Smith e l’altro chitarrista, Joe Hottinger.
Gruppo spalla….mai nome fu più inappropriato.
La posizione che scelgo é nel cuore del sottopalco, verso destra, un po’ troppo sotto la cassa, forse a discapito del suono, ma il concerto per me � solo lì…..nel mezzo.
Qualche minuto di prova strumenti e sistemazione del tutto…ed eccoli che finalmente fanno il loro ingresso, gli Alter Bridge.
Maverick e Iceman, così ho soprannominato Myles Kennedy e Mark Tremonti, uno tutto cuore che si concede completamente, e l’altro, mente e lucidità, che sembra di ghiaccio, sicuro di sè mentre suona la chitarra.
Sull’empatia di Myles non mi sbagliavo, é uno che non si risparmia, che dà tutto, mi devo ricredere invece su Mark, non è affatto così freddo dal vivo, grinta al massimo, comunicativo, cerca l’intesa col pubblico, lo sguardo, l’aggancio del riff, lo scambio, fantastico!
Bassista e batterista hanno una presenza scenica meno appariscente, Brian Marshall sembra voler rimanere nelle retrovie, almeno che non lo chiamino a raccolta gli altri, appoggiato alla “torretta” della batteria se lo gode da lì lo spettacolo, Scott Philips ha un modo di suonare puntuale ma non so perchè attira poco l’attenzione.
Partono subito fortissimi con Addicted to Pain, White Knuckles e Come to Life, si muovono tantissimo sul palco, scambiandosi continuamente di posizione.
Seguono pezzi più "calmi" in cui risaltano le doti vocali del frontman, che non vorrei più sentirlo definire solo come il vocalist del gruppo (ma quale vocalist suona la chitarra nel 98% dei pezzi!!!) Before Tomorrow, Cry of Achilles, Ghosts of Days Gone By.
Si torna all’ heavy con Ties that Bind, per poi goderci la prima canzone in cui il vocalist lo fa Mark, Water Rising.
Una bellissima e molto ispirata Broken Wings ci porta ad una delle canzoni più famose del gruppo ed anche richiestissima dal pubblico Metalingus.
Gli Alter Bridge si divertono a suonare….è evidente, ridono, sono ironici e soprattutto si divertono a suonare insieme, i momenti in cui le due chitarre ed il basso si avvicinano sono fantastiche, i tre vanno all’ uniscono ed é una goduria ascoltarli.
Momento magico con Blackbird, intro dell’ omonima canzone dei Beatles e assoli da brivido di Myles e Mark (che sono stati tra l’altro premiati per questo), e con Watch Over You, chitarra acustica ed un duetto toccante con Lizzy Hale, vestita di bianco come un angelo…per l’occasione, in netto contrasto rispetto a come l’avevamo vista prima….
Il concerto volge verso il termine con un altro pezzo heavy Farther than the Sun, il più melodico Lover, fa l’inchino al singolo di maggior successo Isolation, per concludere con Open your Eyes, primo singolo estratto dall’ album di debutto One Day Remains con dedica di Myles ad un amico, mi è sembrato citasse il suo primo gruppo i Mayfield Four.
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Il BIS é affidato a Calm the Fire forse il pezzo più bello e complesso di Fortress e a Rise Today.
E quale migliore modo di chiudere se non cantando :
I want to rise today and change this world!
Addicted to pain
White Knuckles
Come to life
Before tomorrow Comes
Cry of Achilles
Ghosts of days gone by
Ties that bind
Water rising
Broken wings
Metalingus
Blackbird
Watch over you
Farther than the sun
Lover
Isolation
Open your eyes
Calm the fire
Rise today
A cura di Simona Solinas