Un ventennio di militanza nell’ambito della musica sperimentale non è certo un traguardo di poco conto, soprattutto in considerazione delle ingenze del mercato discografico odierno che “esige” sempre di più prodotti facilmente fruibili e di esile distribuzione. Essere la voce fuori coro, però, ripaga sempre in termini di originalità espressiva e soddisfazioni personali.
Loro sono i Törst, duo dall’aplomb decisamente nordico, ma rigorosamente made in Italy. I salernitani Adriano Elia e Paolo Marcellini tornano a distanza di quattro anni dal loro ultimo lavoro (sensorium) con l’undicesimo tassello della loro discografia, in France, che li vede collaborare ancora una volta a quasi quindici anni di distanza da standard and normalcon canecapovolto.
Il disco, interamente autoprodotto, è un conceptalbum che esplora attraverso una narrazione onirica fatta di suoni e rumori il racconto di un sogno, ricomposto nel capitolo finale con la spiegazione dei titoli da parte di una voce narrante (quella di Stephen D. Conway, la stessa voce che ha realizzato tutti gli altri stralci di readingsinframmezzati tra i pezzi).
L’esperienza del duo in campo di kraut, ambient e post-rock si sente presente come una linfa vitale che nutre ogni singola traccia, ma che resta nascosta all’interno di un corpo destrutturato che fa della privazione il proprio elemento costitutivo. Musicalmente, infatti , il disco riprende un po’ l’impostazione di sensorium, portandola ad un livello più incisivo di sottrazione e minimalismi sonori, tra microarmonie melodiche e rumorismi dissonanti, silenzi e rarefazioni, elottronica minimale, samples e un parterre non indifferente di strumenti (campane tibetane, chitarra, circuit bent keyboards, [d]ronin, flauti, percussioni, pianoforte, theremin) tra riverberi, compressioni, noise gates e delays. Il tutto unito insieme per creare un amalgama che si compone di tasselli che si incastrano fluttuando nel vuoto.
Infine, un ascolto certamente non “semplice” nelle dinamiche standard della comunicazione musicale, ma che ha il potere di catturare immediatamente e trascinare l’ascoltatore in una dimensione ovattata, metafisica, di incontri surreali e figure immaginifiche che si stagliano nella mente. E il minimalismo serve proprio come bolla interpretativa con cui ognuno legge le ombre che gettano i Törst secondo la propria sensibilità e predisposizione del momento, caricando i suoni di significati diversi.
Una delle realtà più originali della musica indipendente sperimentale (difficilmente etichettabile altrimenti) che resta in sordina, ma che per gli appassionati del genere risulterà essere una vera perla rara.
Tracklist:
01 p.sleep
02 someone was waiting
03 dark, moody
04 this sensation was strong
05 middle-aged man
06 distant fire
07 nature and things
08 for days I met no one
09 flies
10 when night fell
11 in France
A cura di: Francesca Mastracci