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Rock In Liri – Isola del Liri (Frosinone), 23.08.2024

Di tanto in tanto ci piace tornare a parlare su queste pagine di eventi che non definiremmo mai minori, ma che certamente appartengono a realtà di una portata più ridimensionata rispetto ai grandi festival internazionali ai quali noi, come tutte le webzine di musica, concorriamo ad accaparrarci un posto in prima linea.

E se continuiamo ad avere un occhio di riguardo nei confronti di rassegne musicali underground che si svolgono in provincia lo facciamo anche per ricordarci da dove siamo partiti e non dimenticare certo che il motore a spingerci è (e dovrebbe essere sempre), per noi che ne scriviamo e per gli addetti ai lavori che si occupano della realizzazione, la passione per la musica, fatta anche di stenti, rinunce, sacrifici, ma pure di tante soddisfazioni autentiche.

Per cui, in merito al weekend che si è appena concluso anziché raccontarvi del Rock En Seine (festival parigino a bordo Senna che sta crescendo esponenzialmente nel corso degli ultimi anni), scriveremo invece di un festival che parimenti si svolge sulle rive di un fiume: il Liri, nel Frusinate, il quale una volta l’anno da ormai dieci anni si fa scenario di una delle manifestazioni musicali che vantano il merito di essere tra le più longeve sul territorio.

Mettere in piedi un festival di musica alternativa nel centro-sud è già di per sé un traguardo non da poco e magari questo potrà sembrare un dettaglio meridionalista superfluo, ma il divario nord-sud per quanto concerne la scena della musica dal vivo nel nostro Paese è un fattore che purtroppo bisogna ancora considerare.

Di queste dieci edizioni non ne ho persa una, sia per particolare affezione e supporto nei confronti degli organizzatori, e sia per la proposta musicale per niente scontata e affatto convenzionale che ogni anno arricchisce la line-up (tra i protagonisti delle edizioni passate Uzeda, Giuda, Cut, Giuda, Wrongonyou, Lags, tanto per fare dei nomi). Perciò, quando ci è stato proposto di diventare media partner dell’evento, non avremmo potuto che esserne più lieti.

 

Entriamo dunque nel vivo di questa decima edizione del Rock In Liri, per il terzo anno di fila svoltasi nel piazzale antistante il teatro comunale di Isola del Liri.

Ad aprire la serata è una band di giovani musicisti del Cassinate i quali, se pure non fosse già bastato il nome che portano, sin dal primo accordo mettono in chiaro immediatamente di quale band nostrana raccolgono l’eredità. Loro sono gli Ultranoia, come il titolo di un pezzo tratto dall’omonimo disco d’esordio del 1999 dei Verdena. E sembra certo un po’ anacronistico vedere sul palco musicisti così giovani dietro strumenti che tirano fuori suoni antichi che tanto ci riportano alla mente il grunge primigenio di matrice novantiana, ma da nostalgica di quella stagione musicale posso dire che è stato con tenera ammirazione che ho assistito alla loro esibizione. Anche perché il quartetto ha dimostrato un indiscusso talento esecutivo e questo mi ha fatto riflettere, in maniera più ampia, su come ci siano nuclei sonori imprescindibili che non si scardinano mai nonostante il passare degli anni. 45minuti  pieni di sferzate stoner, arrangiamenti irrequieti dotati di un solido impianto ritmico, ma sorretti al contempo anche da una fluida ispirazione melodica che emerge quando i volumi si riducono e il basso tratteggia narrazioni minimali e vibranti in grado di sorreggere un alt-rock più disteso.

 

Il secondo atto in scaletta è affidato invece a Bartolini, cantautore naturalizzato romano (ma di origini calabresi) già all’attivo dal 2019 con ben tre dischi sulla lunga distanza (Penisola del 2019, Bart Forever del 2022 e l’ultimo uscito TILT). Ha consolidato in questi anni una certa riconoscibilità, anche grazie alla sua partecipazione con quattro pezzi alla colonna sonora della terza stagione della serie Summertime su Netflix. Regge bene il palco, nonostante qualche iniziale irrisorio problema tecnico. It-pop di scuola calcuttiana, con incursioni underground che invece lo riallacciano a regioni musicali albioniche dal taglio shoegaze, levigato da riverberi e rifrazioni. Ballate carezzevoli e ritmate, figlie del loro tempo e dei gusti musicali di questa generazione, che raccontano senza troppe pretese amori, storie di vita quotidiana e malcontenti. La scaletta, principalmente incentrata sulle nuove uscite, si dirama verso i pezzi più conosciuti del cantautore. Durante il suo live si registra il pienone sotto il palco del Rock In Liri, preparando in maniera ottimale l’atmosfera per gli headliner della serata.

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Cambio di registro totale e sullo stage salgono dei mostri sacri, i Julie’s Haircut, che scelgono il territorio Ciociaro per la loro unica data estiva in Italia. Band storica nel panorama della musica alternative nostrana, in trent’anni di attività ha prodotto una discografia assai copiosa che ha attraversato, in quest’arco temporale, svariate sfaccettature, abbracciando generi diversi e spingendo sempre oltre l’asticella della sperimentazione. Tra noise, psichedelia e kraut, la band emiliana ci conduce con maestria e stile smisurato verso un viaggio lontano, dove ci perdiamo tra distese siderali potenzialmente infinite. Le chitarre lisergiche dal suono detonante si annodano a bassi languidi e tracciano un incedere marcato da percussioni che ne lambiscono la sagomatura, senza mai prendere il sopravvento.Il pubblico resta rapito dalle folgorazioni spaziali e dalle distonie effettate che squarciano in modo netto le tensioni compositive per poi farle implodere nell’etere. Non è certo un compito semplice mantenere l’attenzione alta con questi suoni in un contesto live che non permette la totale attenzione acustica e conseguente assuefazione. I Julie’s Haircut, però, senza troppi ricami e con elegante discrezione hanno condotto un live clamoroso.

Bis finale richiesto a grande voce e poi ci si avvia alla conclusione della serata, affidata a un dj set ben curato che ci fa ballare ancora un po’ con le ultime birrette della serata in mano.

Buon compleanno, Rock in Liri!

La prima decade è andata, ora pensiamo alla seconda.

 

credits foto in copertina: Rock In Liri

 

Autore:

Francesca Mastracci