01. Face everything and rise
02. Skeletons
03. Broken as me
04. Falling apart
05. Love me till it hurts
06. Never have to say goodbye
07. Gravity (feat. Maria Brink)
08. War over me
09. Devil
10. Warriors (feat. Royce da 5’9″)
11. Hope for the hopeless
12. Fear hate love
Tornano anche i Papa Roach guidati da Jacoby Shaddix (accompagnato da Jerry Horton alla chitarra, Tobin Esperance al basso e Tony Palermo alla batteria) che giungono all’ottavo disco della loro carriera.
Inizio in stile elettronico/effettato e suoni volutamente cattivi ma puliti con la prima traccia; andamento più strisciante per “Skeletons”, che comunque conferma l’ottima produzione che c’è dietro l’album di questi ragazzotti e la cura nei suoni, sempre su un livello medio, mai troppo aggressivi e mai da essere tacciati di eccessiva debolezza; ottima la successiva “Broken is me”, ottimo singolo radiofonico, e la più equilibrata “Falling apart”. Il pezzo con Maria Brink degli In This Moment si distingue per l’ospite succitata e riesce a dare più variabilità a pezzi che, se devo dire la verità, non sono niente male ma mi sembrano un po’ simili fra loro. Ripresa con “War over me”, che si candida ad uno dei pezzi migliori del lavoro prima della suadente “Devil” che si trasforna verso metà in un pezzo dalle atmosfere più aggressive; tale Royce da 5′)”, del quale ignoravo l’esistenza, è il rapper ospite in “Warriors”, pezzo in stile Linkin Park (il riferimento è logico). “Hope is for the hopeless”, altro pezzo che si contraddistingue, fa da apripista all’ultima “Fear hate love”, niente di trascendentale.
Ecco, non sono un grande fanatico di gruppi del genere ma apprezzo la coerenza dei Papa Roach, che continuano a sfornare dischi sapendo ciò che la loro fan base vuole: ok, ci sono suoni iperlevigati, canzoni con perfette strutture da radio e il songwriting è hard quanto serve ma non un filo di più e neanche un filo di meno: trovo che non sia facile fare dischi così e perciò penso che siano riusciti a ritornare in campo in ottima forma.
Detto questo, a ognuno il suo
Recensore: Meskio