Live Report
RomaObscura
7-03-15
Traffic Live Club, Roma
Eccoci alfine giunti al terzo appuntamento con il RomaObscura, probabilmente l’unico festival metal degno
di tale nome organizzato regolarmente nella capitale, nonostante, a ben guardare, materiali e gruppi ce ne
siano eccome.
Questa volta a fare da portata principale c’era il folk metal dei Moonsorrow e, prima di loro, un’altra serie
di gruppi di ampio respiro, con parecchie presenze italiane e straniere.
Noi arriviamo poco dopo le otto e già notiamo una discreta presenza di pubblico che sembra far presagire
un sold-out che, ahimè, alla fine purtroppo non arriverà.
A quell’ora erano appena saliti sul palco del Traffic l’Alba di Morrigan, gruppo torinese particolarmente
apprezzato nella capitale che ha proposto brani tratti dal loro ultimo lavoro The Essence Remains. La loro
proposta è un metal alternativo piacevole, personalmente mi pare che la voce in ambito live non sia
efficace come dovrebbe, suonando fin troppo già sentita.
A stretto giro salgono i romani Lahmia, tornati sulla scena dopo una bella pausa di un anno dovuta ad
alcuni cambi di line-up.
I nostri sono in ottima forma, con il loro melodic death diretto e senza particolari
fronzoli, trascinati da una performance energetica del cantante Francesco. Un quaranta minuti di esibizione
che si confermerà una delle migliori della serata, unendo esperienza e melodia; non è mancata qualche
anteprima dal nuovo materiale che i cinque stanno registrando e che, speriamo, di poter avere tra le mani
quanto prima.
Aspettavo non poco i finlandesi Callisto dal vivo, visto che il loro post metal su disco è alquanto particolare
e intrigante. A vederli è facile sorridere: i nostri sembrano un minestrone di membri di band diverse messi
insieme a casaccio, dal cantante che sembra uscito da una cover band dei Deafheaven, al chitarrista in stile
psych metal, al bassista emo/punk… insomma uno per ogni stagione. La riuscita live dei Callisto invece mi
ha alquanto deluso. Un’esibizione fin troppo piatta per questo variopinto gruppo di cazzoni, animata solo
dalle rare ripartenze aggressive e per il resto davvero senza elementi degni di nota che mi abbiano fatto
venir voglia di riascoltarli dal vivo.
Ci riprendiamo, e meno male, con i Dark Lunacy. I parmensi, proprio grazie all’enorme esperienza live, sono
in grado di dominare il palco senza problemi pur in quattro, arrivano e non lasciano niente per nessuno, con
quasi un’oretta di pezzi tratti in gran parte dal loro ultimo lavoro The Day of Victory. Mike non ha mancato
di incitare il pubblico senza farsi tradire da un’età non più giovanissima, così pure la presenza di Jacopo al
basso e daniele alla chitarra.
Tempo di una meritata pausa per noi, ci facciamo un giro nel giardino del Traffic, vediamo il pubblico
effettivamente aumentato ma siamo ancora lontani dal vero e proprio pienone che un gruppo oltremodo
atteso e storico come i Moonsorrow meriterebbero. Sarà il prezzo ad aver spaventato i più? Chissà, fatto
sta che finalmente quasi alla mezzanotte, arrivano i finlandesi a sverginare la capitale.
La scaletta, come da tradizione dei nostri, alternerà tra tutti i vari lavori del gruppo, pescando in maniera
quanto più equilibrata possibile, lasciando molto meno spazio, rispetto alla precedente volta che li vidi
(2011), quando furono quasi interamente dedicati all’ultimo Varjoina kuljemme kuolleiden maassa. Stavolta
siamo sicuramente su livelli più equilibrati, eppure la mia impressione è che nel cercare di non scontentare
nessuno, abbiano finito per annacquare eccessivamente i risultati.
Insaguinati e truccati come sempre, i finlandesi però non si sono risparmiati nel dare il benvenuto alla
capitale, pur con un black-out a metà che li ha costretti a fare una breve pausa di qualche minuto.
I nostri tirano avanti un’ora e mezza, bruciandosi le varie Huuto e Jotunheim, per poi lasciarci con
l’immancabile Sankaritarina, che però mi è sembrata chiusura ben meno efficace della famigerata
Kuolleiden Maa che tirata avanti per dodici minuti e con il finale così violento è sicuramente perfetta.
Insomma, il RomaObscura III si conferma un po’ sottotono e su un gradino inferiore rispetto al precedente,
vuoi per la mancanza effettiva di gruppi in grado di attirare l’attenzione o per l’affluenza di pubblico ridotta.
Per fortuna ci hanno pensato i Moonsorrow e i Lahmia a ritirarci su.
In ogni caso, sempre grazie alla No Sun Music per essere l’unica etichetta che si smazza per organizzare
questi eventi e ovviamente al Traffic per l’ospitalità. Meno male che ci sono loro.
Live Report a cura di Damiano