Howl Baby Howl
Jeppe Brix Sørensen: Chitarra elettrica, Basso elettrico
Silas Tinlgef: Chitara elettrica, Chitarra acustica, Basso elettrico, Sequenze
Trentemøller
Synth, tastiere, maracas, tamburello, voce, glockenspiel
Emma Acs: Voce, Synth Brian Batz: Chitarra elettrica, Tamburello
Silas Tinlgef: Batteria, Drum Pad
Jacob Haubjerg: Basso elettrico, voce
L’Eur Social Park ha accolto il ritorno a Roma di Trentemøller, uno dei nomi di punta dell’Invincible Fest e dell’elettronica internazionale, per l’ultima parte del Dreamweaver Tour.
La serata si è aperta con Howl Baby Howl, duo formato da Jeppe Brix Sørensen e Silas Tinglef, quest’ultimo batterista della band di Trentemøller, qui impegnato tra basso, chitarra acustica, elettrica e sequencer, il live ha subito immerso la venue in un’atmosfera oscura e glaciale con sonorità che sospese tra new wave, indie e garage rock. Al termine di questa ottima apertura, il sole scende lentamente e la notte prende il sopravvento. Una coltre di fumo bianco avvolge il palco ancora vuoto, decorato con gigli bianchi, richiamando i colori principali della serata, dominata dai toni del bianco e del nero riflessi nelle visual e nelle luci. Posizionati i membri del gruppo dietro ai rispettivi strumenti, ecco iniziare con quattro colpi di rullante “I Give My Tears” con un piccolo cambio di formazione rispetto all’ultimo concerto a Roma (la cantante Emma Acs al posto di DìSa). Il concerto procede con “Behind my Eyes”, brano che racchiude al suo interno gran parte delle influenze e sonorità che caratterizzano il gruppo: post punk, dark wave, minimal techno freddissima, dream pop e qualche accenno di shoegaze (genere più esplorato nel penultimo album Memoria), mentre il concerto va avanti il pubblico si lascia trasportare nell’oscurità dell’ambiente sonoro plasmato dalla band che passa agilmente dalle tinte malinconiche e sognanti di “Nightfall” ai bassi potenti di “Deceive” o “Moan” alle chitarre distorte e i synth ipersaturi di “Cops on your tail” e “Dead or Alive”. A rendere ancor più magica l’atmosfera della serata hanno contribuito le visual realizzate da Anderas Emenius su cui si stagliavano le silhouette dei musicisti sul palco. La serata si è chiusa lasciando il pubblico immerso nelle ombre e nei riverberi di “Miss You” e “Silver Surfer”, “Ghost Rider Go!”.
foto di Chiara Graziani