Dum Dum Girls Live @ Magnolia (Milano)
15 – 05 – 2014
L’estate si affaccia ancora con una certa timidezza dalle parti di Milano, i palchi all’aperto restano un
qualcosa di cui godere più in là e così ci si accomoda nella sala interna del Circolo Magnolia per assistere
allo show delle Dum Dum Girls in programma stasera. Il pubblico arriva alla spicciolata, quasi timidamente,
ritardando forse di un po’ l’inizio del concerto. Aver visto Dee Dee aggirarsi nella sala nei momenti
immediatamente precedenti lo spettacolo non ha preparato adeguatamente il pubblico di parte maschile
al look che la frontman sfoggia stasera. Diciamo che in una ipotetica sfida tra il concetto di “vedo” e
quello di “non vedo”, la prima opzione vincerebbe con distacco siderale. Lasciandoci alle spalle eventuali
considerazioni ed apprezzamenti da bar, passiamo al resoconto della serata.
Un grande cuore di led bluastri fa da sfondo al piccolo palco che le quattro ragazze, coadiuvate per
l’occasione da un chitarrista che non ci è dato conoscere, popolano con le loro tinte oscure.
Il passaggio
in Italia è a supporto del recente Too True, ma la band non si limita a pescare eccessivamente i brani dalla
tracklist dell’ultimo lavoro. Set che complessivamente dura all’incirca un’ora e durante il quale le ragazze
confermano tutti i loro punti di forza e quelle che sembrano essere le loro debolezze. Too True ha segnato
per Dee Dee e compagne quello che pare essere un abbandono definitivo di una certa aggressività per
avviarsi alla ricerca, già prepotentemente iniziata con l’EP End of Daze, della costruzione di pop songs
profondamente radicate in un post-punk che si fa forse eccessivamente melodico. L’intervallarsi di brani
vecchi e nuovi crea, forse volontariamente, svarioni emozionali in cui l’atmosfera di tensione che aleggia,
favorita dall’atteggiamento distaccato ed impenetrabile delle quattro, alterna picchi improvvisi a momenti
di calma interlocutori. Di certo c’è che i nuovi brani dal vivo guadagnano in impatto, mettendo in risalto
i tappeti chitarristici e le incessanti linee dinamiche create da basso e batteria, spina dorsale messa forse
troppo in ombra dalla figura ingombrante di Dee Dee.
Le atmosfere vagamente dream-pop di Lord Knows, Are You Ok? e Under These Hands, sono intervallate da
momenti più incisivi come Bedroom Eyes (con cui si apre il set), He Gets Me High o Rimbaud Eyes.
Di volta
in volta aleggiano riferimenti precisi a numi tutelari come Velvet Undeground, Mazzy Star, The Cure, la new
wave e lo shoegaze.
Gli accenni però, rimangono tali e lasciano affiorare una sensazione di incompletezza
dell’impasto sonoro. “Le ragazze sono brave ma non si applicano” direbbe il più medio degli insegnanti.
Un
talento che non ha trovato ancora la sua dimensione ideale e che risulta in un live piacevole sì, ma di certo
non memorabile.
Intervista a cura di Captain Eloi