2025, Dischi Sotterranei
“Quando torno di notte c’è un punto, per strada, in cui smetto di pensare e mi sento già a casa”: è con queste parole che si apre Temporale, nuovo album degli emiliani Gazebo Penguins, una delle formazioni più influenti della scena punk/emo-core italiana dell’ultimo ventennio, fin da quel disco incredibile che era Legna.
Ed è in queste parole che si può in realtà sottintendere tutto il senso del disco, un disco che è un viaggio, un ritorno a casa, un percorso dentro se stessi e tra i ricordi. Quindi temporale in seno cronologico, ma allo stesso tempo anche meteorologico come burrasca: “le cose non dette hanno un eco che durerà (…) se separi il mare dalle onde cosa resterà?” recita “Gestalt”, traccia introduttiva ed è esattamente questa la sensazione di tutto il disco, quella di trovarsi in una condizione di inadeguatezza, non sapendo bene chi siamo. Ed è così che si arriva al terzo significato di ‘temporale’, quello più pregnante per il lavoro dei pinguini: il riferimento è infatti al lobo temporale del cervello, quello che controlla il linguaggio e le emozioni.

Capra e compagni raccontano infatti del rapporto con il propio Io interiore, muovendosi agilmente tra Nietzsche e Wittgenstein, andando ad indagare ad esempio il confine tra realtà e percezione (“Intanto”), ma anche il modo in cui i ricordi definiscono chi siamo e come vediamo gli altri (“Mnemosyne”), per poi arrivare a volgere lo sguardo verso se stessi, in rapporto col mondo esterno, che molto spesso ci getta tutti nel caos (e allora è bene allontanare un po’ lo sguardo, come recitano in “Tutto a posto”).
Se in “Inospitale” si cerca di nascondersi dal mondo e dalle turbolenze del proprio cervello, che il vero nemico siamo noi stessi (“Ho imparato a farmi male, senza farti preoccupare. Ti diranno che è normale, ma il cervello è inospitale”), in “Delle mie brame” si ragiona di come riconoscersi (“attraverso gli occhi puoi vedere tutto a parte la tua faccia”) e di quanto sia impossibile farlo anche di fronte a uno specchio.
“Temporale” è un disco che richiede pazienza, ascolti, attenzione: un disco che ti trascina via se solo lo vuoi, che ti costringe a riflettere e che ti porta a riconsiderare te stesso, le tue idiosincrasie, le tue convinzioni e, alla fine, ti fa scoprire qualcosa di nuovo più su di te che sui Gazebo Penguins, che alla fine sono gli stessi genuini ragazzi di 20 anni fa, controcorrente come hanno sempre saputo essere; in un mondo musicale di dischi mordi e fuggi, “Temporale” è un disco sul quale fermarsi, anzi che costringe a fermarsi.
Non ve ne pentirete.
TRACKLIST
1. Gestalt
2. Intanto
3. Mnemosyne
4. Tutto a posto
5. Inospitale
6. Delle mie brame
7. Quasi
8. Finisce male
9. Strani animali