Tracklist:
01. Stay Vicious
02. 1000, Years
03. Get Hurt
04. Stray Paper
05. Helter Skeleton
06. Underneath the Ground
07. Rollin’ and Tumblin’
08. Red Violins
09. Selected Poems
10. Ain’t That a Shame
11. Break Your Heart
12. Dark Places
Gli album precedenti sono sicuramente interessanti in rotazione di ascolti di chi nella propria settimana si sente un sacco di musica. E ok. Per casualità mi è capitato prima di leggere qualche opinione non convintissima su Get Hurt, poi ho ascoltato il disco, e devo dire che effettivamente non ha convinto del tutto neanche me. Onestamente. Per essere sempre davvero sincero devo dire che è un disco che non capisco dove va a parare, si susseguono canzoni dove non c’è un climax stilistico che dia una particolare emozionabilità, come l’alternanza delle melodie non l’ho trovata né pienamente catchy (scelta voluta credo) né tantomeno riuscita in una ricerca di strutturazione che vada oltre musiche di facile impatto. E’ l’emozionabilità che dovrebbe esprimere a non entrarmi dentro, è come se ci fosse qualcosa che deve salire e non sale mai. E’ un disco che un po’ carezza con i suoni morbidi, ma non aggredisce come forse dovrebbe.
Tutto sommato però, Get Hurt è un disco che scorre, sempre e comunque, ed è un lavoro onesto, personale, così personale da esserci tanto del privato di chi l’ha scritto, minimale e puro come lo stile minimal della copertina. Ma c’è quel “non è né, né” che non gli fa toccare la soglie dell’eccellenza. Un disco da avere e mandare in rotazione ogni tanto, volendo.
Recensore: Alessandro Piccaluga