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Ondalternativa

Bachi da Pietra – Accetta e continua

Recensione a cura di Alessandra Sandroni

A due anni di distanza dal precedente Reset, tornano i Bachi da Pietra con il loro ottavo album in studio (Garrincha Dischi/Columbia Records/Sony Music Italy).  Al progetto di Giovanni Succi e Bruno Dorella dal 2021 si è aggiunto Marcello Batelli (ex Teatro degli Orrori e attuale membro dei Non voglio Che Clara); che troviamo in Accetta e continua anche alla produzione, registrazione e mixaggio.

Un disco che ha due copertine, una per lato, entrambe con la stessa valenza e la scelta su quale preferire lasciata all’ascoltatore.

L’artwork curato da Stefano Bazzano è essenziale e d’impatto, come i dieci brani che vanno a comporre il disco: i testi taglienti di Giovanni Succi sono accompagnati da un muro compatto formato da basso e batteria su cui si intrecciano graffianti chitarre. “Accetta e continua” racconta in modo lucido e tristemente reale una società che affonda le sue radici in ignoranze e paure, come in “Meno Male”, dove con cinismo vengono portate alla luce contraddizioni e incoerenze di questo periodo storico (e meno male che la maria per voi è uguale all’eroina/ ma meno male ti rovini di gin imbottito di psicofarmici / e meno male che la barca va, che la terra è piatta e c’è l’aldilà / e meno male si ripartirà migliori di due anni fa) o in “Nel mio Impero”, dove si puntano i riflettori sul mondo religioso e la sua intoccabile casta.

“Mai fatto 31” è il secondo singolo che ha anticipato l’uscita del disco, un ipnotico intreccio di basso e batteria, con una strizzata d’occhio all’elettronica. Il disco è caratterizzato da atmosfere cupe e scure, come in “Buster Keaton”, brano pesante come un macigno, con un cantato dark e ritmiche tribali attenuate dai coretti in loop sul finale; mentre “Un lampo e noi” ha un’apertura molto indie, con trame di chitarra che mi hanno riportato dritto negli anni ’90, fra MK e Afterhours.

Si ritorna a pestare duro sulle linee di basso con le atmosfere post apocalittiche di “Invano” (bello l’effetto di riverbero sul cantato) e l’incidere marciante di “Al Belcanto”. Gli ultimi tre episodi che ci conducono verso la chiusura sono “Mussolini”, primo singolo estratto del disco, uscito non a caso lo scorso 8 settembre (data in cui si proclamò l’armistizio nel 1943) e “Fuori c’è il vicino”, un inquietante racconto di violenza e sgomento. Chiude il cerchio la title track del disco, dove un rock sporco e mordace ci pone davanti ad un bivio: continuare ad accettare l’ordine delle cose oppure decidere di ribellarsi e prendere parte al cambiamento.

Giovanni Succi e compagni con questi dieci brani ci dicono con fermezza da che parte hanno deciso di andare, e lo fanno firmando un disco di non facile digestione ma dal sapore travolgente, difficile da dimenticare.

 

Tracklist

  1. Meno male
  2. Nel mio impero
  3. Mai fatto 31
  4. Buster Keaton
  5. Un lampo e noi
  6. Invano
  7. Al Belcanto
  8. Mussolini
  9. Fuori c’è il vicino
  10. Accetta e continua

Immagine che rappresenta l'autore: Alessandra Sandroni

Autore:

Alessandra Sandroni