Recensione a cura di Alessandra Sandroni
Ogni volta che viene annunciato un ritorno di questo calibro, dopo diversi anni di inattività, è impossibile non essere investiti da una vera e propria scarica di adrenalina. E così è stato quando gli …A Toys Orchestra, rompendo un silenzio durato sei anni, hanno cominciato a raccontare sui loro social che si trovavano in studio e che della nuova musica stava nascendo. Era il 2007 quando uno dei dischi più belli della musica indipendente italiana entrava di diritto nei cuori di molti e della sottoscritta (sto parlando di Technicolor Dream, ovviamente) e ritrovarsi oggi a festeggiare l’uscita dell’ottavo album della band campana è qualcosa di magico. Se poi quel disco si chiama Midnight Again e dà l’idea di voler chiudere un cerchio completando una trilogia (Midnight Talks, 2010 e Midnight (R)Evolution, 2011), questa magia diventa una bellissima realtà.
Enzo Moretto, Ilaria D’Angelis, Raffaele Benevento e Alessandro Baris, guidati alla produzione dalla saggia mano di Bruno Germano, tornano con dodici brani dall’anima rock-blues e soul, contaminazioni gospel e r’n’b, un sound cavernoso spinto da archi e fiati che ritroviamo spesso protagonisti.
Non è un caso che, come ha raccontato Enzo Moretto qualche settimana fa, la band sia entrata in contatto con una comunità di protestanti italo-africani, assistendo alla messa che veniva celebrata prima del loro arrivo in sala prove e permeando il nuovo capitolo discografico di riferimenti a questa realtà. A partire dal primo brano di Midnight Again, “Halleluja”, per arrivare al “Midnight Gospel”, l’ascendente di questo fortunato incontro sugli …A Toys Orchestra è lampante e ha portato a risultati davvero eccezionali. Due ragazze del coro figurano fra i crediti e le possiamo ascoltare in alcuni brani, primo su tutti nel secondo singolo estratto, “Take Me Home”, che si poggia solo sul piano e che cresce di intensità, portandoci sul finale letteralmente con le lacrime agli occhi. La bellezza di questa canzone è racchiusa nella potenza che scatena l’intreccio di voci, nel feeling nato all’istante fra due realtà così distanti, così diverse, così vicine. Davvero un piccolo capolavoro.
A trame spoglie di strumentazione si vanno ad alternare stratificazioni di chitarre, synth e tastiere che si traducono in un blues-rock fumoso e trascinante, come negli altri due singoli, “Life Stars Tomorrow” e “Goodbye Day”, dei quali sono stati realizzati anche i video.
I Portishead fanno capolino in “Miss U” e “Out of control”, ma è un’apparizione fugace perché le chitarre si riprendono subito la scena insieme agli archi in “Sometimes I Wonder” e “Our Soul”, brano dall’attitudine catchy che con le sue ritmiche ipnotizzanti ci fa perdere la testa. La voce di Ilaria torna ad incantare quando si intreccia a quella di Enzo in “Whatever We Are”, deliziosa ballad che si sviluppa su un crescendo di tastiere e cori, mentre nella conclusiva “O.C.D. Lullaby” si tocca il tema della salute mentale avvalendosi di un arrangiamento pop-rock che crea dipendenza (ops!).
Breve nota anche alla copertina, un cortocircuito visivo in bianco e nero (l’uomo con la testa d’orologio che controlla l’orologio al polso) che colpisce per la sua potente semplicità.
Midnight Talks è un meraviglioso miscuglio di influenze, generi e personalità che incastrandosi perfettamente fra loro hanno riportato alla luce una delle band più amate del panorama indipendente italiano in una veste nuova, che ne conserva però l’inconfutabile essenza.
Gli …A Toys Orchestra sono tornati nel momento in cui forse stavamo dimenticando di averne bisogno, dandoci in pasto un disco che ha tutta l’intenzione di travolgere e scombussolare gli animi, di ricordarci quant’è bello festeggiare le mezzanotti con loro.
TRACKLIST
- Halleluja
- Life starts tomorrow
- Goodbye day
- Take me home
- Miss U
- Sometimes I Wonder
- Whatever We Are
- Our Souls
- Midnight Gospel
- Out of control
- Hero
- C.D. Lullaby