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To Lose La Track Party – Roma: un (non) live report

A cura di: Francesca Mastracci

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Disclaimer: non era previsto un live report.

Sono andata alla festa per i diciotto anni dell’etichetta To Lose La Track al Monk di Roma la scorsa domenica in veste di sostenitrice, ormai di lunga data, della label umbra fondata da Luca Benni e dei musicisti che in questi anni ne hanno fatto parte.

Poi ho deciso che volevo scrivere qualcosa per la webzine ed eccomi qui.

Tuttavia, come tutte le volte in cui seguo un live non per scriverne un reportage giornalistico, ho messo un po’ da parte quello che è l’aspetto della documentazione audiovisiva condivisibile sui social. Per questo, ho fatto poche foto e sparuti video della serata; quindi stavolta faremo alla vecchia maniera: vi racconto come è andata esattamente come se lo stessi raccontando ad un amico. Ringrazio, però, Chiara Alessandri che mi ha concesso i suoi bellissimi scatti (che potete trovare nella galleria qui di seguito).

Dopo Mezzago, Carpi e Camposanto, la data di Roma è stata la quarta tappa di un festival itinerante che ha visto succedersi sul palco nomi storici dell’etichetta, assieme alle più recenti entrate nel rooster.

Per questa data, i nomi in scaletta erano nove e, vista la ricca line-up, l’inizio pomeridiano era abbastanza d’obbligo. Ore 17,30: Luca apre i battenti con il suo dj-set per avviare i motori e partire con una sequela, scandita ogni mezzora dai cambi palco, di band che si sono alternate senza sosta. Ritmi serratissimi e zero bis (giustamente, per consentire a tutte le band di avere gli stessi set). Due palchi che si davano rispettivamente i turni, posizionati ai lati opposti della sala: uno per le band più “rumorose”, l’altro per i set più acustici e meno movimentati, ma di certo non meno intensi.

Aprono le danze i Teleterna (nati dalla crasi tra vecchi membri dei Dummo e dei Verme) con il loro garage sperimentale dalle venature post-punk. Un bell’inizio, carico ma non eccessivamente agitato, il giusto per darci modo di  ambientarci con uno spritz in mano e tanta voglia di far festa.

Seguono gli F4 il trio lombardo-marchigiano che interpreta la bossa nova secondo il farsi di un certo cantautorato più prettamente emo. Una bella commistione che ci lascia -sic- basiti.

Rispondono a suon di chitarre deraglianti e urla che ci arrivano dritte al petto, i Radura, band meneghina che, senza indugi, avvia il primo pogo massiccio e i primi diving della serata. “Se questa è la nostra festa” è un tripudio e non aspettavo altro che sentirla finalmente live, assieme agli altri pezzi che hanno suonato, principalmente estratti da Effetti della Veduta d’Insieme . Troppo pochi, ma la serata deve andare avanti.

Ci si sposta all’altro palco dove troviamo Girless, ovvero il progetto solista di Tommaso Gavioli rimasto orfano già da qualche anno dei The Orphan, che ci regala un set acustico molto suggestivo, ma sempre secondo il suo personale modo di performare, con un umorismo arguto e mai banale.

La palla balza ai Disquieted By che incendiano letteralmente il Monk. Dopo la bellezza di quasi nove anni di stop dai palchi, sono tornati super carichi e, tra i deliri frenetici della vecchia guardia post-hardcore e gli assalti frontali giocati su una dialettica punk dal gusto sferzante ed irriverente, beh, vedere David in boxer grondante di sudore è stato un bello spettacolo.

Torna una lieve calma con i DAGS!, band che ho consumato sui dischi ma che non avevo mai avuto modo di vedere live. Sono stati una bella sorpresa perché dal vivo rendono anche meglio. Un raffinato gusto post-rock intrecciato a filo stretto con l’emo verace à la midwest.

Si agganciano al mood i Cosmetic che salgono sul palco pestando duro, a ritmo di shoegaze, modellando ruvidezza e melodia in maniera estremamente calibrata. Atmosfere sospese, inserti sintetici, virate armoniche e muri di chitarre effettate: intensi.

Ultimi due set affidati agli Anna Ox, freschi della pubblicazione del nuovo album Lana, sono un bell’abbraccio electro-pop disteso su lande ambient. Una proposta sicuramente interessante all’interno del panorama della musica italiana per questo genere; bello il duetto con Carlotta Deiana dei Mòn (unica parte cantata del loro live).

Gran finale affidato alla band che più di tutte giocava in casa, i Lags. E non deludono mai, nel connubio tra impetuose sezioni ritmiche e spigolose tessiture di chitarre, nella reiterazione post-hardcore di una propulsione che ci ha travolti tutti. Ci regalano il pre-ascolto di due nuovi pezzi inediti e ci salutano con un’incetta di energia, mentre vorremmo che la serata ripartisse tutta da capo.

È stata una bella festa di compleanno, un’occasione per rivedere vecchi amici e stare insieme, trascinati dalle colonne sonore che più ci piacciono.

Auguri ancora a Luca, che da diciotto anni porta avanti una realtà diventata ormai un faro nella notte sia per le band che per noi che ne fruiamo, sentendoci tutti parte di una grande famiglia.

Long Live TLLT!

Foto di Chiara Alessandri 

(clicca sulle immagini per visualizzarle)

Immagine che rappresenta l'autore: Francesca Mastracci

Autore:

Francesca Mastracci