Simone Olivieri è un songwriter romano che ha esordito con il suo primo lavoro nel 2011. Ha presentato da poco il suo nuovo album, Apotheke, completamente cantato in italiano, genere: alternative indie psychedelic folk pop.
Diciamo che la partenza non è proprio buona, sembra un artista un po’ confuso su cosa suona, ma è il problema che emerge da tantissimi artisti e dischi attuali. Una commistione di generi che a volte allontana il pubblico e che non riesce a descrivere il tipo di produzione, quasi come se oggi l’artista sentisse la necessità di appropriarsi delle descrizioni più diffuse sul mercato per poter far parte di un genere riconosciuto.
L’album è ben prodotto, suona bene, massima cura di ogni dettaglio. Si tratta di 9 tracce che scorrono nella massima tranquillità, nessuna scossa o vibrazione particolare emerge dall’album, anche se nel complesso ascoltare questo album è un piacere. Melodie morbide e dolci, accompagnate da una voce delicata e gradevole. Ma rischia di rimanere una produzione da sottofondo, poco coinvolgente.
Più che un album sembra quasi la cassetta ben fatta registrata a casa, tra amici, una sorta di ottima demo di presentazione che deve essere maggiormente sviluppata. Prodotto in studio, mantiene un sapore casalingo da cantautore alla prima esperienza. Tutto comunque positivo, è un artista che ha talento, ma questo disco sembra più un assaggio di qualcosa che deve ancora esplodere ed essere valorizzato in un modo più incisivo.
Sono di 30 minuti di musica delicata e testi intensi, difficile che però riescano ad attirare l’attenzione proprio per l’estrema sensibilità che ne emerge. Sicuramente promosso perché è impossibile dire che si tratta di un brutto disco, ma è ancora in una fase embrionale, con qualche cura in più potrebbe diventare decisamente bello e importante.
Ve ne consigliamo l’ascolto, Simone Olivieri è un artista da tenere d’occhio.
01. Non è che un bene ormai
02. Il folle
03. Incespico
04. Resina
05. Controra
06. Appesa
07. In cauda venenum
08. Tempesta
09. Settembre
Recensione a cura di: Valentina Ferrari