Una band alternative rock che riesce a riportare alla luce molte influenze del passato riunendole in un sound contemporaneo.
Il singolo Drop It fa emergere la loro anima rock e ti fa sperare che il grunge stia cercando di rinascere sotto altre forme: l’ostinato delle chitarre e la vocalità dissonante, come lo stile dei soli e della batteria, ti riporta al mondo degli Alice in Chains e degli Stone Temple Pilots, ma con la freschezza che avevano ai tempi i Silverchair.
Il loro sound ti fa capire che anche la psichedelia e l’hard rock degli anni ’70 sia stato importante per la loro formazione artistica. Ascoltando il disco si percepisce una certa disomogeneità: dopo il primo brano ci si aspetta che riescano a produrre solo tracce energetiche, e invece si svelano in un mood psichedelico-malinconico, che ha il suo perché. Sicuramente è un lavoro che dimostrerà loro in futuro quale aspetto della propria musica sia il più efficace. E’ chiaro che abbiano i numeri per lanciarsi sia in produzioni più puriste, verso un alternative rock più deciso o verso una indie più introspettiva.
La band suona bene, ha un forte impatto ed il cantante ha un’ottima voce e la potenzialità di cantare in qualsiasi mood, con estensione, sfumature e capacità interpretativa. Il loro potenziale è illimitato, proprio per la scelta coraggiosa di cantare in inglese, e per l’opportunità di varcare i confini nazionali.
Tracklist:
1. Drop it
2. Impossible Possibility
3. Revelation
4. Phony Tail
5. Bittersweet Pain
6. Bittersweet Pleasure
7. Sailor
8. Nosedive
9. Mr. Nobody
10. I’m Not The Only One
A cura di: Anna Romaldini