La Colpa è una band originaria di Alessandria formata da quattro musicisti Andrea Moio (ex Sùr), Cecco Testa (ex Cropcircle), Davide Boeri (ex Septycal Gorge) e Davide Destro (ex Infection Code).
Il combo italiano attivo dal 2014 esordisce due anni dopo con un primo Ep che viene stampato nell’ordine di sole 33 copie e intitolato Mea Maxima Culpa. Un sound senza dubbio catalogabile tra le file di un black metal estremo con riferimenti Doom a testimonianza che stiamo parlando di un progetto dalle sfumature scure, fredde. Un viaggio che rimane comunque breve quasi un assaggio per quello che sarà, speriamo, il primo lavoro ufficiale più consistente e ricco di contenuti.
Mea Maxima Culpa è un Ep ricco di synth e campionamenti che regalano la giusta atmosfera per un lavoro che infonde mistero e inquietudine, non di facile ascolto vista anche la durata delle singole tracce. Si parte con Soil, tredici minuti di brividi e non di freddo, dove improvvisamente spunta una linea di basso decisa e bella corposa, accompagnata da una linea vocale che sembra, passatemi il termine, rubata ad uno zombie.
Una traccia che non tarda ad esplodere e regalare impeto ed energia allo stato puro. Scars, la traccia centrale è un tributo al caos dove in maniera intelligente si vengono a mescolare suoni e voci creando così un turbine di note che all’apparenza potrebbero spiazzare l’ascoltatore cercando di trovare un filo logico e musicale su questa traccia, logica che si verrà a creare solo dalla parte centrale dove una parvenza di melodia verrà inserita per dare un reale senso al brano.
Mea Maxima Culpa si chiude con Fragments (of a smiling face), una traccia dalle linee corpose e pompata al massimo complice una linea di batteria in modalità tribale che emana calore e volume. Senza rinunciare alla componente doom caratteristica molto presente in questo lavoro che riescono a trasmettere melodie lunghe, claustrofobiche, quasi strazianti. Indubbiamente un buon lavoro sia nel contenuto anche se stiamo parlando di sole tre tracce che nella qualità della registrazione, consegnando alla scena underground un progetto qualitativamente oltre la sufficienza.
Tracklist:
01. Soil
02. Scars
03. Fragments (of a smiling face)
A cura di: Madness