(2025, Woodworm)
Ritrovarsi a 20 anni dal liceo in una sala prove e sentir riesplodere la passione viscerale per la musica, dando vita non solo ad un progetto ma ad un disco che può essere racchiuso proprio in questa parola: viscerale.
E’ questa la storia dei Bomba Molotov, quattro mondi che si sono incontrati tra garage rock, blues e punk creando una miscela, giustappunto, esplosiva come una molotov.
Il loro disco omonimo è un crescendo di riff abrasivi e liriche caustiche, che parlano senza fronzoli di disillusione ed attualità, di un futuro distopico e di una rivoluzione da cui non si può sottrarsi: in questo ricordano i Marlene Kuntz più rock e distorti degli esordi, ma la miscela sonora ammicca anche a Il Teatro degli Orrori.
Se “Cane sciolto” invita alla ribellione contro se stessi e una falsa immagine di sè, in “C’è chi balla” c’è il primo attacco alla società circostante in cui alcuni ballano sulle macerie, mentre “Una candela al vento” è un grido di rabbia paranoide.
“Sabbia” è un viaggio onirico in un deserto avvolgente e inquieto come le spire di un boa constrictor, con citazioni al mondo che verrà nel romanzo “Amnesia Moon” di Jonathan Lethem e al tentativo di interpretare la religione, come ne “Il regno” di Emmanuel Carrère.
“Devil at the supermarket” è un flusso di coscienza, una parabola straniante: l’ennesimo spunto di riflessione di un disco che è un lavoro introspettivo sulla natura umana e il mondo circostante, un mondo che i Bomba Molotov invitano a mettere a ferro e fuoco a suon di rock’n’blues, per cambiarne i principi, che sono destinati a farlo fallire (o siamo già immersi in questo fallimento senza fine?)
Tracklist
1. Cane Sciolto
2. C’è chi balla
3. Una candela al vento
4. Vortice e fragole
5. Sabbia
6. Nirvana
7. Devil at the supermarket
8. Mayday
9. Combat rock
10. Pazzia