Andy Black, pseudonimo artistico di Andy Biersack, prolifico quanto giovane frontman dei Black Veil Brides, si presenta, non ancora 30enne, ai blocchi di partenza del 2019 con un nuovo disco solista, raggiungendo quota sette, se si contano insieme il suo progetto personale e il percorso finora maturato insieme alla band.
Lasciate, già con il suo primo lavoro in solitaria, le sonorità spiccatamente rock (nello specifico hard e affini), con The Ghost of Ohio, Andy prosegue il viaggio esplorativo dentro i mondi sonori che abitano la sua plurisfaccettata personalità, andando a toccare sponde quasi pop, per ricchezza e ampiezza della produzione di questo secondo LP.
Dopo un’apertura gotica, scura, in linea con l’immaginario più classico di Andy nonché perfettamente appaiata alle aspettative alimentate dall’artwork di copertina, il disco ha il suo vero e proprio inizio con The Promise, traccia molto sentita, carica di passione e colori sonori, piena, che non si fa fatica ad immaginare cantata a squarciagola dai fan ai concerti, come pezzo di punta.
O forse dovremmo dire “come uno dei pezzi di punta”, sì perché l’album prosegue con brani dal feeling decisamente catchy, che lasciano buono spazio alla capacità vocale dell’artista, potente e curata, e al suo timbro profondo e piacevole; una serie di canzoni dalla patina ammiccante e ricolme di energia, pezzi che potremmo a buon diritto definire corali, in cui il caro vecchio rock diventa, più che nucleo profondo, la base solida dalla quale partire, quella radice da non dimenticare da cui tutto ha avuto origine, per poi però avanzare e sperimentare delle nuove versioni di sé.
L’impeto infine rallenta con l’avvicinarsi delle tracce conclusive: anticipa un calo nei battiti dapprima l’immancabile ballata, che arriva alla numero 10 e che porta l’emblematico titolo di Heaven, ritorna a fare un guizzo, seppur a tinte scure, la semi-apocalittica The Martyr e dà chiusura definitiva all’LP la finale invocazione di Fire In My Mind.
In generale un disco dal ritmo sempre sostenuto, dall’intensità tangibile e innegabile, che sembra scritto più per la dimensione live che per l’ascolto statico, per muoversi insieme e vivere fisicamente i brani che lo compongono, quasi ad indicare, per tornare al titolo che Andy dà al suo lavoro, la possibilità di esorcizzare tutti insieme i propri fantasmi proprio grazie alla dimensione collettiva, come se la via per andare oltre fosse farli ri-emergere, riappropriarsene, per poi toccare ancora più solidamente la realtà.
Tracklist:
- Introduction: Resurrection
- The Promise
- Westwood Road
- Know Me
- Soul Like Me
- The Wind & Spark
- Ghost of Ohio
- Heroes we Were
- Feast or Famine
- Heaven
- The Martyr
- Fire In My Mind
A cura di: Daniela Raffaldi