C’è chi cura la pelle e chi cura i pensieri,
e chi al resto ha rinunciato già
C’è un tempo incerto in questi giorni, col sole che si diverte a giocare a nascondino con coloro che pensavano di averlo acciuffato, sono giornate che preludono un cambiamento. Colori, suoni e profumi promettono di esplodere da un momento all’altro, mentre gli alberi ancora sono spogli e si intravedono le prime gemme sui rami. E mentre sono appesa ad aspettare che qualcosa cambi davvero, se non in me almeno che sia al di fuori di me, nelle cuffie ho lasciato andare il nuovo album del Maestro Pellegrini, che sembra impostato sulla stessa frequenza di questa quasi primavera. Rivelatosi colonna sonora perfetta per addolcire le ripartenze, il secondo album del cantautore livornese abbandona il porto sicuro delle collaborazioni permeanti il suo primo disco, per navigare da solo con le proprie forze e l’appoggio di pochi altri scelti. Prodotto interamente insieme all’amico Alberto Falò, in Chi sono io | Volume Massimo, le uniche eccezioni le fanno “Canzone per un amico” e “Notte all’alba”, prodotte rispettivamente con l’ausilio di Fabrizio Pagni, “The Geometra”, e Andrea Appino. A tutela degli stati d’animo che hanno guidato il processo di scrittura e composizione degli otto brani, già usciti l’anno scorso, in parte, nell’Ep Chi sono io – Vol.1, la scelta stilistica del musicista predilige la sperimentazione e l’istinto alla ricerca di una perfezione che, in fondo, nemmeno esiste.
Ci sono chitarre acustiche che vengono pizzicate come i violini, con degli stracci messi fra le corde per stopparle; c’è un basso elettrico suonato con l’archetto verticale, ci sono tantissime chitarre elettriche scordate e ci sono molte take che abbiamo tenuto dalla versione casalinga.
Sottolineava così, durante la chiacchierata fatta in occasione dell’uscita del suo Ep (che potete recuperare qui), un approccio volto ad esaltare le imperfezioni, e quindi la vita, racchiusa nei suoi brani. Una scelta che nell’eloquente testo de “Le regole degli altri”, si rivela uno straordinario atto di coraggio racchiuso all’interno di una matriosca di suoni elegantemente costruiti, con la chitarra acustica che diventa pianoforte e poi elettrica, per ricongiungersi in un finale corale.
La scrittura del Maestro Pellegrini fluttua fra l’intimo e l’universale, potrebbe parlare a sé stesso o a qualcun altro, è un’istantanea di emozioni trasversali, fissate su arrangiamenti nei quali costanti incursioni di elettronica ridisegnano i confini e alleggeriscono le emozioni. La testa galleggia e il corpo si lascia trascinare in “Chi sono Io” e “Non puoi rimanere” due canzoni da ascoltare all’infinito, senza mai stancare. Nonostante il disco sia stato scritto e composto fra Padova e Milano, ci sono brani che riconducono al mare, come “La mia anima” che scalda come sabbia sotto i piedi e culla con sonorità oscillanti, come fossero onde. Il rovescio della medaglia è “Notte all’alba”, con le sue ritmiche ipnotiche che si concludono con una inquieta coda strumentale. Un turbamento che si acquieta con “Un’altra luna”, una delicata carezza per l’anima.
Una volta ritrovato il silenzio, quel che resta è un sorriso sul volto e una sensazione di piacevole malinconia. La stessa che si prova quando siamo in procinto di lasciar andare, nell’istante appena prima di ricominciare.
Tracklist
- Chi sono Io
- Non puoi Rimanere
- Ruggine
- La mia Anima
- Le regole degli altri
- Notte all’Alba
- Canzone per un amico
- Un’altra Luna