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Ondalternativa

La nostra selezione del 2024

È arrivato quel momento dell’anno.

E benché io sia una procrastinatrice seriale di natura, ho sentito stavolta la necessità di non arrivare fino agli ultimi giorni di dicembre per stilare l’ormai consueta lista (ché le classifiche poco ci piacciono) delle uscite di questo 2024 che ci sta pian piano morendo tra le mani.

Sono stati indubbiamente dodici mesi ricchi di uscite discografiche estremamente interessanti e difficili da isolare in termini di bilanci e mai come quest’anno, o perlomeno da un po’ di tempo a questa parte, la qualità e la quantità dei dischi prodotti ha rasentato livelli altissimi.

Nonostante so già che sarà difficile tenere fuori alcuni album che comunque reputo di alta caratura, bisogna in qualche modo tirare le somme e fare una selezione con un catalogo che sia perlomeno coerente con il nostro gusto precipuo e con un certo grado di apprezzamento generale.

Disclaimer: inizio a stilare questa lista senza avere esattamente le idee chiare su chi sarà fuori e chi sarà dentro in questa spietata corsa agli hunger games.

Via.

(in ordine alfabetico)

CINDY LEE – DIAMOND JUBILEE

DIIV – FROG IN BOILING WATER

ENGLISH TEACHER – THIS COULD BE TEXAS

FONTAINES D.C. – ROMANCE

FRED AGAIN.. – TEN DAYS

FRIKO – WHERE WE’VE BEEN, WHERE WE GO FROM HERE

GEORDIE GREEP – THE NEW SOUND

HIGH VIS – GUIDED TOUR

IDLES – TANGK

JACK WHITE – NO NAME

KING HANNAH – BIG SWIMMER

KNOCKED LOOSE – YOU WON’T GO BEFORE YOU’RE SUPPOSED TO

MOUNT KIMBIE – THE SUNSET VIOLENT

NICK CAVE – WILD GOD

POST NEBBIA – PISTA NERA

SHELLAC – TO ALL TRAINS

SOFT PLAY – HEAVY JELLY

ST. VINCENT – ALL BORN SCREAMING

THE CURE – SONGS OF A LOST WORLD

THE SMILE – CUTOUTS

TYLER, THE CREATOR – CHROMAKOPIA

 

Alcuni di questi dischi non sono certo una sorpresa per chi ci legge. Di molti avevamo già parlato, eleggendoli in calce dischi dell’anno (come ad esempio i due immensi capolavori di Nick Cave & The Bad Seeds, The Cure  , il b-side dei The Smile, ma anche due album che hanno diviso la critica ma che sono risultati pietre miliari di quest’anno, ovvero i Fontaines D.C. e gli IDLES).

Quello che salta immediatamente all’occhio da questa selezione è l’estrema varietà di generi che la compongono. Sinonimo, questo, di un certo spostamento di ascolti verso proposte musicali che scandagliano la ricercatezza compositiva come elemento caratterizzante in ogni ambito.

Troviamo il pop ipnagogico di Cindy Lee (alter ego drag di Patrick Flegel) con il suo Diamond Jubilee, accolto dalle maggiori testate musicali come uno dei dischi più belli degli ultimi anni. Ed infatti si tratta di un viaggio retrò composto da tredici tracce  sospese tra nostalgia e sogno, che non esiste sulle principali piattaforme di streaming e per ora neppure ancora in formato fisico (potete recuperarlo qui ).

Ma c’è anche l’hardcore strutturato e senza riserve dei Knocked Loose, nominati nella sezione Best Metal Performance ai Grammy. Una delle poche band appartenenti a questo genere ad aver partecipato ad un night show (Jimmy Kimmel Live, ndr) facendo letteralmente sobbalzare l’ascoltatore medio del programma.

Tra le varie proposte, isoliamo anche un disco molto elaborato, frutto dell’estro di Geordie Greep al suo esordio come solista (dopo la fine del progetto con i black midi) tra sperimentazioni jazzistiche e divagazioni squisitamente prog.

E a proposito di originalità compositive folgorate, non si può certo non fare menzione di quel genio di Jack White che torna a destrutturare i suoni con il suo inconfondibile tocco acid-blues e trasformarli in campiture sature di riverberi stralunati e impattanti.

Titolo di esordio dell’anno se lo portano a casa i Friko, band originaria di Chicago, che confeziona un disco indie-folk dal taglio intimista, intriso della bellezza violenta della giovane età. Una carezza di sensibilità dolente ed emozionale, dalle trame arrangiate su componimenti mai monocordi.

Il resto della lista si dirama tra la forbita house elettronica di Fred Again.., le note avvolgenti dei King Hannah, il vetriolo degli High Vis e il livore dei Soft Play, la sensualità di St. Vincent. E senza dubbio ci sentiamo di inserire anche l’ultima perla nu-gaze dei DIIV e il disco postumo degli Shellac (Steve, non passa un giorno da quando non ci sei più in cui la musica non senta la tua mancanza).

Come da tradizione, abbiamo creato una playlist che vi lasciamo qui, sperando possa accompagnarvi verso la fine, augurandovi di avere sempre tanta curiosità e voglia di scoprire nuova musica. Di non restare mai ancorati ai pregiudizi (musicali et al.) e di sentirvi liberi nel lasciarvi invadere con gentilezza dalla passione per la musica.

Grazie per esserci sempre e per credere in questo progetto.

Ci si vede nel 2025 sotto i palchi e tra questi schermi, gente!

 

 

 

Immagine che rappresenta l'autore: Francesca Mastracci

Autore:

Francesca Mastracci