Ci sono voluti tre anni dal debutto “Fitzcataldo and the Trivettes” ma ecco il ritorno del power trio milanese, con un ep omonimo, dai toni sornioni, morbidi e fascinosi, a tratti addirittura voluttuosi.
“I won’t be watching” apre le lente danze, creando un’atmosfera malinconica alla ricerca di una nuova strada da percorrere. Nel secondo brano “Wonders” ci sono sapori un po’ più rock e new wave, molto evocativi. La voce si esprime al meglio nel cantato di “Scent of the Spring”, canzone romantica e dolce, il cui testo ben pensato va a braccetto con arrangiamenti studiati con intelligenza e ben eseguiti.
Un gusto un po’ ninties si respira in “Delicate”, pezzo che chiude il disco, lasciando la sensazione di aver speso bene il proprio tempo, di aver ascoltato qualcosa di davvero valido, in un panorama nel quale troppo spesso la faciloneria la fa da padrona, senza nemmeno essere ben eseguita.
In questo lavoro omonimo, i Fitzcataldo esplorano nuove strade, percorsi sonori meno ovvi definendo il risultato come “handmade pop”, un non-genere aperto a svariate contaminazioni, senza limitazioni di questo o quel genere appunto. Le ispirazioni principali sembrano arrivare dal soul, dal rock e dalla musica indie ma non solo, e questo mix contribuisce a creare un mosaico efficace e accattivante, alternando passaggi cupi a momenti più ariosi e leggeri. Di sicuro effetto il bel cantato melodico in lingua inglese, utilissimo per affrontare al meglio generi musicali differenti, in modo particolare quelli di natura anglofona appunto. Pregevoli gli arrangiamenti intelligenti e l’esecuzione senza sbavature.
Nel loro comunicato stampa si legge la frase “un caleidoscopio sonoro capace di dar vita ad episodi intensi ed evocativi, personali ed intimi” e direi che la definizione calza a pennello. Senza presunzione, con consapevolezza.
Tracklist:
- I won’t be watching
- Wonders
- Scent of the Spring
- Delicate
Recensione a cura di: Gogo Wild
Riferimenti: Profilo Ufficiale Facebook