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Ondalternativa

Live Report White Lies

@ ORION, ROMA 13/11/2016

I tre anni di assenza dal nostro Paese si sono fatti sentire e ad accogliere i White Lies all’Orion lo scorso 13 novembre c’erano molti fan che aspettavano il loro ritorno già da tempo. Ma tra gli astanti non figurava soltanto chi si era appassionato a loro fin da quel memorabile concerto del 2009 al Rock in Roma in cui fecero da gruppo spalla ai Franz Ferdinand e ai Killers. C’erano anche i seguaci di ultima generazione, quelli che li hanno conosciuti con Friends, ultimo album della band uscito ad ottobre e passato in rotazione su Virgin Radio, che in poco tempo hanno compiuto una full immersion totale nella discografia di questi tre ragazzi giovani (ma non troppo) di Ealing, Londra, paladini di un certo tipo di musica che guarda al passato e alle migliori influenze della new-wave e del post-punk degli anni Ottanta. E infatti non mancava neanche qualche sporadica presenza di chi quelle influenze musicali le aveva fruite già ai tempi d’oro. Il live viene aperto puntualissimo dai Ramona Flowers, gruppo concittadino dei White Lies che, come loro, si appresta a raccogliere le stesse eredità sonore, presentando sul palco principalmente pezzi tratti dal loro ultimo disco Part Time Spies. Riescono bene a riscaldare l’atmosfera e a coinvolgere il pubblico scettico verso di loro ad un primo impatto, mostrando una carica degna di nota e un eclettismo musicale da buoni cultori. Dopo la loro performance, pochi minuti di intervallo per un cambio di palco realizzato con tempistiche da record e ecco che inizia il live che tutti aspettavano. Ma d’altronde i White Lies non richiedono certo una scenografia particolarmente elaborata, restando fedeli al loro minimalismo basico, che pure li rispecchia nell’attitudine che mostrano sul palco: composti, eleganti, quasi ieratici. Non strafanno mai, ma è proprio questa loro impostazione che li fa arrivare in modo ancora più incisivo al pubblico. Attacco tutto d’un fiato con “Take It Out On Me”, singolo estratto dal loro ultimo album, già entrato tra i loro pezzi più conosciuti. Segue una calibrata scaletta che li porta a ripercorrere tutte le punte più alte dei loro tre lavori precedenti, toccando apici come “To Lose My Life”, singolo tratto dall’omonimo disco d’esordio del 2009 che li ha portati immediatamente al successo, vuoi per quella similarità di voce baritonale e atmosfere romantiche che da sempre li ha avvicinati agli Editors e vuoi anche per una matura ricercatezza ritmica, indicativa di chi ha le idee ben definite sul percorso che vuole intraprendere. Seguono pezzi dal piglio ballabile e scanzonato, cantati a squarciagola da tutti i presenti, come “There Goes Our Love Again”, “Fairwell To the Fairground” e “E.S.T”, inframmezzati da brani che virano verso atmosfere più rarefatte, quali “The Price of Love”, intensa rock-ballad lasciata un po’ nel dimenticatoio negli anni, e “Is My Love Enough?”, cantata in modo così talmente nostalgico ed emozionale da coinvolgere tutti. Stessa presa diretta con i sentimenti per “Don’t Want To Fell It All” e le sue sessioni tenuamente sognanti che sciolgono gli animi poco prima di avviare il concerto verso la sua parte finale. Ultimo brano prima dell’encore è infatti “Death” che riporta agli stessi livelli di carica elettrica degli inizi. Uno stop di alcuni istanti, il tempo di farsi richiamare sul palco dalle incitazioni dei fan ed ecco che tornano con una terzina (costituita da “Big TV”, “Come On” e “Bigger Than Us”) che rende impossibile non muoversi a un ritmo incalzante che percorre trame vorticosamente piene di carica, la stessa irrompente carica che ha imperlato di sudore la fronte di Harry, il cantante, sin dall’inizio del concerto e fino a quasi tutta l’ora e mezza che ne è seguita. Ringraziamenti fortemente sentiti sia da parte del pubblico che viceversa. I White Lies, con la loro compostezza ordinata, sono riusciti a scaldare una freddissima notte romana intonando un inno all’amore decantato in tutte le sue varie sfumature come centro propulsore che anima i brani. Speriamo che per rivederli in Italia non ci sia bisogno di aspettare altri tre anni.

Scaletta:

1. Take It Out Of Me

2. There Goes Our Love Again

3. To Lose My Life

4. Hold Back Your Love

5. Unfinished Business

6. The Price Of LOVE

7. Fairwell To Fairground

8. Morning In La

9. Is My Love Enough?

10. EST

11. Getting Even

12. Streetlights

13. Don’t Want Feel It All

14. Death

#

15. Big Tv

16. Come On

17. Bigger Than Us

 

A cura di Francesca Mastracci

Immagine che rappresenta l'autore: Francesca Mastracci

Autore:

Francesca Mastracci