Live Report Lanegan lo conoscete, è un uomo di poche parole. Abbiamo questa mania dello scambio di battute fino alla morte, divertente, ma a un certo punto si impone un “basta”. Lui lo ha capito prima, non si è mai sforzato di risultare simpatico; nonostante si presti a firmare autografi (come concordato) incarna il tipo del “vado, l’ammazzo e torno”. A questo live in Bologna ci sentiamo un po’ così. Le presenze sono vivide e sorprendenti, uno specchio pieno di graffi e macchie del tempo. La “caciara” – per così dire – resta fuori. Ciò non toglie entusiasmo in intro e outro di ogni pezzo. Ma di applausi, come di pacche sulle spalle, ne esistono vari tipi; questi sancivano un reale contatto col pubblico, il Graal di ogni concerto che si rispetti. Nessun bisogno di agitarsi come un dannato, dannato lo è già, il massimo che ci si possa aspettare è vederlo fisso sul palco aggrappato saldamente all’asta del microfono come se il suo corpo fosse un tramite immobile, impregnato di un’anima scurissima che trasmette qui-e-ora da un gelido crepaccio infernale, riscaldato dal filtrare costante di gocce di whisky. Anche noi riusciamo a stento a muoverci, sotto le sue verità rivelate; piccoli illusi, capiamo quello che ci manca e lo otteniamo ondeggiando in silenzio. Questo è Mark Lanegan, ex leader degli Screaming Trees (dei quali stasera ci ha regalato la bellissima Crawl Space), che furono grunge a modo loro – cioè a modo suo. In questo percorso tra il vecchio e il nuovo non c’è soluzione di continuità, non fosse per le molte virate proprie degli ultimi lavori estratti da Blues Funeral; lo attraversano synth inaspettati, per quanto in alcuni pezzi come Harborview Hospital le tastiere acute riportino in qualche modo alla musica di certe funzioni sacre – non dimentichiamoci che la tematica spirituale, pur tormentata, è un tratto imprescindibile di Lanegan. Oltre a ciò, la band lo accompagna con una batteria ordinata, una chitarra assolutamente doomy and gloomy, e un basso che avrebbe potuto scavare di più. Ma il vero suono di questo concerto dà il tutto per tutto con la voce di Mark; un appeal inconfondibile, caldo e ruvido, senza stropicciare. Colpiti. Un divano, un bicchiere e Sleep with me, eppure… a cura di Tiziana Fresi
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Live Report Mark Lanegan
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