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Intervista Blind Guardian


Ecco l’incontro con Hansi e Andrè, membri fondatori dei Blind Guardian, una delle
band più importanti di sempre di tutto il metal europeo, reduci dal loro ultimo lavoro
discografico, "Beyond the Red Mirror"

Ciao cari, per iniziare, il vostro pensiero attuale sull’Italia e sul panorama
musicale italiano?

H:
"Abbiamo sempre amato l’Italia, soprattutto il cibo e il vino italiano, che preferiamo
anche a quello francese. Abbiamo sempre fatto caso al grande mercato musicale
presente qui e al fatto che molti gruppi avessero un grande seguito di fan. Per
quanto riguarda la nostra esperienza, il pubblico italiano che ci segue è
estremamente interessante, un pubblico che arriva direttamente al significato delle
nostre canzoni. La storia della musica italiana poi è estremamente affascinante, oltre
che per la musica classica, anche per le diverse sonorità che ci sono tra il nord e il
sud."

Album dopo album, ho sempre sentito una costante evoluzione e una
crescente presenza di varie contaminazioni musicali; parlando per esempio
del vostro nuovo album "Beyond the Red Mirror" ho riscontrato nell’ascolto
diverse ispirazioni, come per esempio un hard rock anni ’80 nell’intro di
"Ashes of Eternity", molto Peter Gabriel in "Miracle Machine" o le atmosfere
arabiche in "The Throne"
H:
"Penso che tu abbia capito alcune tra le varie ispirazioni dell’album. Abbiamo
voluto fare canzoni tutte diverse fra loro sviluppando alcuni elementi musicali già
presenti precedentemente ed introducendo elementi nuovi, come ad esempio
sonorità industrial. Introdurre novità ma rimanendo su una precisa linea musicale ed
un’ alta criticità e attenzione su ciò che stiamo facendo, insomma..cosa nuove ma
non a caso."

A: "L’ispirazione è venuta fuori non tanto per i suoni ma quanto per i contenuti, ad
esempio fatti della vita di tutti giorni; non ci siamo preposti di introdurre delle novità
forzatamente."

Nella vostra carriera cosa rappresenta "Beyond the Red Mirror"?

H:
"Rappresenta una creazione definitiva dopo i due album precedenti, un punto di
arrivo dopo un periodo di rodaggio e di nuove ispirazioni. Già anni fa in
"Imaginations from the Other Side" ci stavamo accorgendo di fare dei passi in avanti
verso qualcosa di nuovo e inesplorato."

Quali sono stati i vostri ascolti nei cinque anni che dividono "At the edge of
time" e "Beyond the red mirror"?

H:
"Personalmente ho ascoltato molta musica anni ’70 e anni ’50, soprattutto rock
and roll e jazz, e anche band recenti, su tutti i Mumford and sons, ma ciò che
ascoltiamo in un determinato periodo di tempo spesso non influenza molto le
sonorità di un album avvenire."

Qual è la vostra impressione sulla vita da tour rispetto agli anni precedenti?

H & A
: Il più importante aspetto di ogni nostro tour è di non lasciarsi vincere dalla
stanchezza, il tour perfetto sarebbe quello dove siamo sempre tutti felici e al
massimo
Prima eravamo giovani ed era più facile esibirsi e festeggiare e la generazione di
spettatori di oggi, a differenza di quella precedente, vuole che ogni performance non
sia diversa dell’originale ed è molto più critica.
Quindi adesso le cose si fanno più serie e anche noi abbiamo cambiato il nostro stile
di vita per far si di dare il massimo sempre
Comunque sia è sempre una bellissima emozione essere in tour perchè ci da
l’occasione di entrare in contatto con persone che non conosciamo e che sono i
nostri fun , conoscere differenti paesi, differenti modi di pensare e noi abbiamo
imparato ad apprezzarli tutti."

Voi siete un’istituzione del metal, qual’è la vostra opinione sulla scena metal
attuale?

H & A:
Impossibile rispondere alla domanda perchè il mondo metal è molto ampio,
periodicamente saltano fuori nuovi gruppi o nuovi album che possono essere molto
belli come molto deludenti. La costante è che il metal rimane un outsider della scena
commerciale mondiale e i suoi veri fan non la recepiscono solo come musica da
consumo ma come uno stile di vita."

A cura di TheSydAnto

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