A cura di Alessandra Sandroni
Aspettavo con impazienza il ritorno di Dente, dopo averlo mancato a causa della pandemia nel 2020 ed essendo a digiuno dei suoi concerti da lunghissimo e ingiustificabile lasso di tempo. L’uscita del suo nuovo disco, Hotel Souvenir (l’ultimo lavoro del cantautore, di cui trovate la recensione a questo link) mi ha dato l’occasione di ritrovarlo sul palco e anche di farmi rivelare in anteprima da lui qualcosa su questa prima parte del tour (potete recuperare l’intervista completa qui). Le prime date annunciate sono state sei, fra le quali figurava Firenze, il 12 Maggio, a cui non sono davvero potuta mancare.
L’atmosfera del Viper, intorno alle 21.30, è davvero molto tranquilla. La maggior parte del pubblico è localizzata fra il bar e l’esterno, a fumare, davvero in pochi hanno già preso posizione sotto al palco quando fanno l’ingresso Adele Altro, Arianna Pasini e Andrea Poggio. Come in quei film in cui nella confusione più totale, fra urla e schiamazzi si fa largo una bellissima ragazza che tutti si fermano a guardare, l’inizio del concerto del cantautore milanese è stato un pugno nello stomaco per tutti i presenti (un nutrito gruppetto in ogni caso, lo aspettava) che sono visibilmente rimasti rapiti dalla sua esibizione. Accompagnato dai cori sinuosi e senza tempo di Adele ed Arianna (che suonano anche basso e tastiera), Andrea Poggio sembra davvero non far parte del presente, come fosse stato teletrasportato dagli anni ‘60 direttamente sul palco del Viper Theatre, ed è un insieme di cose tanto particolari ed intriganti che per comprenderle tutte dovreste solo vederlo cantare. Elegante, timido, divertente, il cantautore tiene quel palco con naturalezza, come se i presenti che brano dopo brano incuriositi hanno finito per riempire completamente il locale, fossero lì solo per vedere lui. Davvero bravo.
Alle dieci e venti circa il palco è pronto: la riproduzione del cubo della copertina di Hotel Souvenir proietta la sua ombra su una tela bianca, alcuni led ornano gli spazi vuoti insieme agli strumenti. Simone Chiarolini (chitarra, piano), Beppe Gagliardi(batteria) e Federico Laini (basso) si posizionano e attaccano l’intro di “Dieci anni fa”, sulle cui note fa la sua comparsa Dente, accompagnato dall’applauso liberatorio di un pubblico che non aspettava altro che sentirlo cantare. Imbraccia la chitarra e ci mostra il suo sorriso più bello, a mo’ di invito: che la festa abbia inizio. La setlist è un equilibrio perfetto fra vecchie e nuove glorie, si passa dai classici “A me piace lei”, alla più recente “Fuori di me”per sedersi al suo piano e scambiare qualche battuta col pubblico, prima di attaccare “La vita fino a qui”. Giuseppe mi aveva raccontato, durante l’intervista fatta qualche giorno fa, di essersi imposto in questo tour di affrontare i live senza ansia, o almeno di provarci.
A vederlo dal parterre, divertito e loquace, autoironico e sfrontato, potrei dire che ci è riuscito. Scherza con tutti, si prende e ci da tempo per ridere, fra una lacrima e un’altra: “tanto lo so che siete qui per le canzoni tristi. Ma non avevate di meglio da fare di venerdì sera, a Firenze? In ogni caso non resterete delusi”. E come mai potremmo? L’atmosfera che si crea, anche grazie alla scenografia essenziale che crea un bellissimo colpo d’occhio, è un mix assurdo di malinconia, allegria, tristezza e gioia. Si cantano insieme al cantautore vecchie glorie come “Baby building” e si balla tutti insieme, Dente incluso, sulle note di “Discoteca Solitudine”. E’ bello e coinvolgente vedere i membri stessi della band cantare i brani, mentre li suonano.
Vedere Dente ballare, sorridere al pubblico che gli urla “bravo” e rispondere “si, quel che dici corrisponde al vero. E’ giusto che lo ricordiate, di tanto in tanto”. Il set è abbastanza breve, sulle note di “Buon appetito” le luci si spengono, Dente continua a suonare la chitarra seguito dal pubblico che canta in coro una delle canzoni più belle degli ultimi dieci anni. L’encore viene lasciato a “Vieni a vivere” e sui saluti finali in sottofondo viene trasmessa “Il mondo con gli occhi”, che lascia negli animi dei presenti un’allegria malinconica, il gusto dolceamaro di un saluto che non si voleva dare.
Tornando a casa a fine concerto mi sono ritrovata a riflettere sul fatto che probabilmente è stato proprio Dente, con il suo sorriso, con la semplicità con cui passa dal cantare versi che spezzano il cuore a giocare con allegria, ad aiutare noi a fare pace con il tempo che passa, ad accettarlo come ha imparato a fare lui.
Setlist
- Dieci anni fa
- A me piace lei
- La settimana Enigmatica
- Fuori di me
- La vita fino a qui
- Anche se non voglio
- Un anno da dimenticare
- Adieu
- Invece tu
- Coniugati passeggiare
- Allegria del tempo che passa
- Baby building
- Un viaggio nel tempo
- Discoteca solitudine
- Presidente
- Cose dell’altro mondo
- Cambiare idea
- Saldati
- Buon appetito
Encore
- Vieni a vivere
- Il mondo con gli occhi (riprodotta sui saluti)