Cosa ci fanno un trans e una musulmana in metro? Non è una barzelletta e no, non fa ridere. In un’epoca in cui è facile essere di sinistra con la tolleranza degli altri Flaco ci parla di libertà, storia e democrazia.
Qualche giorno fa questa foto, scattata nella metropolitana di New York, ha fatto il giro del mondo via web e stampa. Nel suo commento, l’autore si rivolge a Trump: ”Questa è l’immagine della libertà. Signor Presidente, non abbiamo nessun problema con la diversità e riconosciamo la libertà del credo religioso. E’ scritto nella Costituzione. Credo che dovrebbe leggerla qualche volta”.
La foto è molto bella, il commento mi sembra fuorviante e ideologico. “Non abbiamo nessun problema con la diversità”: come dire che le persone, se lasciate alla loro naturale bontà e tolleranza hanno la capacità di vivere insieme rispettandosi e rispettando le differenze religiose e non. Ma questo è un puro atto di fede, sconfessato dalla storia, e queste opinioni – che passano per progressiste e di sinistra – sono solo pregiudizi di cui sarebbe tempo di liberarsi. Come fare? Semplice. Basta studiare per esempio la storia della Bosnia Erzegovina dal secondo dopoguerra ad oggi. Per quasi cinquant’anni la Bosnia-Erzegovina, è stata un esempio di multiculturalismo. In Bosnia convivevano pacificamente la comunità serbo-ortodossa, quella croato-cattolica e quella bosniaca- musulmana. Poi un bel giorno, rotti gli equilibri della guerra fredda, dissoltasi la Jugoslavia che era la cornice all’interno della quale questa miracolosa convivenza era possibile, la Bosnia si è trasformata nel teatro degli orrori. Campi di concentramento, fosse comuni, stupri di massa. Ecco. Quello che voglio dire è che ciò che ha reso possibile scattare a New York quella foto non è tanto la presunta e dubbia bontà naturale della gente comune, ma una organizzazione sociale dotata di un corpo di leggi e di un potere coercitivo e repressivo capace di farle rispettare.
Uno stato che impone nella propria Costituzione – e qui il commentatore ha ragione – la tolleranza degli usi e costumi di chicchessia, purché non in contrasto con i principi di quella società. In altre parole: l’esercizio della libertà personale è congiunto e non contrapposto all’esercizio di un certo tipo di potere, nonostante spesso la retorica sinistrorsa se ne dimentichi. L’alternativa è una società chiusa, in cui il problema non si pone. Ma dubito che riuscireste a scattare la foto di una drag queen nella metropolitana di Islamabad. Viva, intendo.
Photo credits: Massimo Tuzio